I temi di NT+Appuntamenti

1° maggio, Anammi sollecita a cercare il lavoro in condominio

Il settore non ha sofferto le perdite occupazionali di altri comparti ed è ambìto da sempre più donne e laureati

di Redazione

Un nuovo posto di lavoro? Cercatelo in condominio. Lo propone l'Anammi, l'Associazione nazional-europea Amministratori d'immobili. Nonostante la crisi, il settore offre ancora buone opportunità professionali. Secondo i dati dell'Associazione, che vanta oltre 13mila soci, all'interno della categoria non si sono registrate perdite occupazionali. «Con la pandemia, abbiamo visto tanti posti di lavoro andati in fumo – afferma Giuseppe Bica, presidente dell'Anammi– non così in condominio. Certo, il lavoro è diventato ancora più complicato a causa delle restrizioni legate al Covid, ma questo, semmai ha reso ancora più indispensabile la figura dell'amministratore».

Sempre maggiore professionalità
La riforma del condominio (220 del 2012) ha dato grande impulso alla professionalizzazione della categoria, resa necessaria dall'accumularsi di mansioni e competenze in capo all'amministratore. Anche la giurisprudenza, in continuo divenire, rende necessario il ricorso ai professionisti del settore. «Non è più tempo per improvvisatori e dopolavoristi – afferma Bica -. L'amministratore di condominio è un punto di riferimento all'interno degli immobili che gestisce. Dal guasto al bonus edilizia, dalla lite tra vicini alla festa in terrazza, non c'è occasione in cui il professionista non sia coinvolto». A conferma di come sia cambiato questo mestiere, oggi un amministratore su tre è laureato. Secondo i dati dell'Anammi, i professionisti arrivano soprattutto da Giurisprudenza ed Economia, mentre la stragrande maggioranza è rappresentata da ragionieri e geometri, seguiti da avvocati, architetti ed ingegneri.

Una attività in costante crescita
I dati dell'Anammi confermano questa tendenza alla crescita: nel 34% dei casi, il neo-amministratore, entro un anno dal superamento dell'esame finale, conquista il suo primo condominio da amministrare, entro tre anni arriva a gestirne 10, entro cinque può addirittura amministrare 25 condomìni. «I numeri evidenziano come sia difficile ottenere il primo immobile – spiega il presidente Bica – una volta avviata l'attività, tutto diventa più facile, a patto però di dimostrare onestà e capacità professionali».Anche per questo, non sono soltanto gli aspiranti amministratori a studiare la materia condominiale .«Sono tanti i professionisti che si rivolgono alla nostra Associazione per approfondire le loro competenze – spiega Bica – anche se l'amministrazione non diventerà la loro professione primaria, seguono i nostri corsi per svolgere meglio la loro attività».

L’avvio dell’attività
Accanto all'interesse di neodiplomati e laureati, secondo l'Anammi è ancora rilevante la quota di coloro che diventano amministratori di condominio in età adulta (circa il 40%), con l'obiettivo di reinventarsi come lavoratori autonomi. L'obiettivo è quello di reindirizzare la propria vita lavorativa, dedicandosi ad una carriera diversa. Per cominciare, non è necessario un grande capitale: un telefono, una linea internet e molta voglia di fare sono le basi necessarie per intraprendere questa professione.Più di un terzo del settore, secondo l'Anammi, è rappresentato da professioniste. Una percentuale che potrebbe crescere ancora. «Le donne hanno grande capacità di mediazione – osserva il presidente Bica - dote essenziale per mettere pace nel caotico microcosmo del condominio. Ci auguriamo di vederne sempre di più avvicinare la nostra professione».