Fisco

Bonus mobili, vecchie etichette ancora valide per il 2021

di Giuseppe Latour

La nuova etichettatura europea degli elettrodomestici, per gli acquisti fatti nel 2021, resta nei cassetti. Almeno per quanto riguarda l’accesso al bonus mobili. Il ministero della Transizione ecologica ha deciso di risolvere in questo modo il problema che era nato, per l’applicazione della detrazione al 50%, con la riclassificazione decisa da Bruxelles e partita a marzo del 2021.

Il chiarimento, fondamentale per la stagione delle dichiarazioni dei redditi, è arrivato dal sottosegretario al ministero dell’Economia, Federico Freni, in commissione Finanze alla Camera, in risposta a un question time firmato da Massimo Ungaro (Iv).

Il problema nasce dal fatto che la versione 2021 del bonus prevedeva una detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad un immobile oggetto di ristrutturazione, purché di classe non inferiore alla A+ (A per forni e lavasciuga).

A marzo del 2021, però, la Commissione Ue ha cambiato le carte in tavola. E ha previsto una nuova etichettatura per alcuni elettrodomestici (tra cui frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie), in attuazione del regolamento Ue 2017/1369. Dal momento che ormai tutti i prodotti finivano nelle classi più alte (A+++, A++, A+), serviva una classificazione più comprensibile per i consumatori: quindi, tutto è stato riscalato in fasce comprese dalla A alla G.

All’inizio, per stimolare l’innovazione tecnologica, la classe A è rimasta vuota e, in molti casi, anche la B. Quindi, queste categorie non coincidevano con i parametri fissati per incassare il bonus mobili. Per il 2022 il problema non si pone, perché l’ultima legge di Bilancio ha riclassificato anche le categorie del bonus mobili, legandole alle nuove etichette, prevedendo ad esempio l’incentivo per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie in classe E, per i frigoriferi e i congelatori in classe F.

Cosa succede, però, per gli acquisti fatti tra marzo e dicembre del 2021? Ora il ministero della Transizione ecologica, sentito sul punto dal Mef insieme all’agenzia delle Entrate, risponde e spiega che non è possibile risolvere il problema con una conversione automatica delle nuove etichette nei parametri delle vecchie, perché «non risulta possibile stabilire una corrispondenza fra la precedente scala di efficienza energetica da A+++ a D e la nuova scala che va dalla A a G». Questo – aggiunge il Mite – «è particolarmente vero se si intende individuare un’equivalenza che valga per tutte le tipologie di apparecchi interessati».

La conclusione, allora, è la più semplice per i contribuenti: un colpo di spugna che accantona la nuova etichettatura per tutto il 2021. «Il Mite – conclude la risposta - manifesta l’opportunità di applicare i requisiti minimi di classe energetica in vigore previsti per la fruizione del bonus in argomento prima della novella introdotta» dalla legge di Bilancio 2022. Restano, insomma, i vecchi parametri «anche per il periodo compreso tra il 1° marzo 2021, data di entrata in vigore del nuovo Regolamento, e il 1° gennaio 2022».

C’è solo un problema da approfondire: cosa avviene nel caso in cui gli elettrodomestici nel 2021 avessero solo la nuova etichettatura.

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