Condominio

La querela per il reato di appropriazione indebita condominiale non contiene formule rituali fisse

È sufficiente che risulti la volontà inequivoca di volere perseguire penalmente il colpevole del fatto lamentato

di Giulio Benedetti

Il reato di appropriazione indebita condominiale è procedibile a seguito della querela presentata dall'amministratore entrante a tal fine autorizzato dall'assemblea. Tale condizione di procedibilità non è soggetta a formule sacramentali, ma è sufficiente che indichi la volontà del condominio di perseguire l'amministratore per il reato dell'articolo 646 Codice penale.

Le due pronunce di legittimità
La Cassazione in due sentenze, la numero 41/2002 e la sentenza numero 48/2022, ha stabilito detto principio in due casi:
*nel primo l'amministratore condominiale era stato condannato perché si era appropriato di somme versate dai condòmini per le spese della gestione dell'immobile. La condannata negava la qualifica di querela della denuncia dei condòmini, perché in essa non era indicata la richiesta di punibilità e del responsabile della condotta e perché la stessa era tardiva. Inoltre, la ricorrente lamentava la mancata ammissione di una perizia contabile;
* nel secondo l'amministratore, condannato per appropriazione indebita in danno del condominio, lamentava la tardività della presentazione della querela.

La Cassazione dichiarava inammissibili i due ricorsi e condannava i ricorrenti al pagamento di euro 3.000 a favore della cassa delle ammende in quanto riproponevano, in sede di legittimità, questioni che attenevano ai giudizi di merito ed erano già stati trattati dai rispettivi giudici. Inoltre, la Cassazione sosteneva, sulla base della sua giurisprudenza, per cui l'efficacia della querela non dipende da una formula sacramentale, che è sufficiente che risulti la volontà inequivoca di volere perseguire penalmente il colpevole del fatto lamentato.

Impossibile in Cassazione una nuova istruttoria
La richiesta di una perizia contabile non è accoglibile, poiché la rinnovazione dell'istruttoria nel giudizio di appello ha carattere eccezionale al quale può essere fatto ricorso solo se il giudice ritiene di non potere decidere allo stato dei fatti. Inoltre, la Cassazione sostiene che il termine per proporre la querela decorra dalla conoscenza completa, precisa e certa del fatto che costituisce reato e non già dalla sua commissione ed è il querelato a dovere dimostrare il decorso di tale termine.

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