Fisco

Il nuovo calendario del superbonus: il 110% resta ma solo fino al 2023

di Giuseppe Latour

Una riduzione progressiva delle percentuali di detrazione, che dal 110% atterreranno progressivamente al 65 per cento. E un doppio binario: da un lato condomìni e immobili da due a quattro unità di proprietario unico, dall’altro le unità autonome, come le villette e i loft con accesso indipendente.

La legge di Bilancio 2022 tradisce la volontà, espressa anche dal premier Mario Draghi negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso, di ritoccare le fondamenta del superbonus. Quindi, per la detrazione partita a luglio del 2020 non c’è solo la classica proroga che ne allunga la vita di uno o due anni, ma un percorso di revisione piuttosto profonda, che parte dal 2022 e arriverà fino alla fine del 2025.

Una revisione che prende forma in un momento di grande spinta per il 110%: stando all’ultimo report Enea, aggiornato al 31 dicembre 2021, le asseverazioni presentate per dare il via ai lavori sono salite ad oltre 95mila e gli investimenti ammessi sono arrivati a poco più di 16,2 miliardi, in aumento di circa il 36% rispetto agli 11,9 miliardi di novembre.

Le unità autonome

Il primo intervento riguarda le unità autonome: per loro salta l’ipotesi, paventata nelle bozza del Ddl di Bilancio, di imporre vincoli legati alla data di presentazione della Cilas, all’Isee del proprietario o alla qualificazione dell’immobile come abitazione principale.

La regola finale sarà molto più semplice ed è scattata dal 1° gennaio: per gli interventi effettuati da persone fisiche su queste unità, il 110% potrà essere richiesto per le spese effettuate per tutto il 2022, a condizione che, entro il 30 giugno, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo. Questa percentuale, come spiegato dall’interpello 791/2021, va commisurata «all’intervento complessivamente considerato» e non solo alla parte di spese agevolate (si veda Il Sole 24 Ore del 28 dicembre scorso).

Queste scadenza, stando alle regole attuali, diventano decisive per chi voglia intervenire su queste unità. Tra dodici mesi, infatti, saranno completamente escluse dal superbonus e potranno contare solo sulle altre agevolazioni.

Cambia il bonus facciate

A rendere ancora più delicata la scadenza del 31 dicembre prossimo, c’è il fatto che il Governo ha messo in calendario un altro taglio: oltre al superbonus per le villette, salterà anche il bonus facciate. Si tratta di un altro sconto sul quale la manovra ha deciso di intervenire in maniera piuttosto decisa, anche alla luce delle criticità emerse dai dati dell’agenzia delle Entrate sulle modalità di utilizzo di questo bonus.

A partire dal 1° gennaio 2022, allora, lo sconto nato per il restauro e il recupero delle facciate esterne degli edifici è passato dal 90% al 60%, dopo diverse settimane nelle quali c’era stata la corsa a completare i pagamenti, anche in anticipo, ma comunque in tempo per congelare l’aliquota più vantaggiosa. Dal 1° gennaio del 2023, dopo un anno al 60%, anche questa detrazione è destinata a saltare.

Cosa succede dal 2023

Tornando al superbonus, dal 1° gennaio del 2023 il 110% diventerà appannaggio esclusivo degli interventi realizzati nei condomìni e negli immobili da due a quattro unità, anche se posseduti da un proprietario unico.

Da sottolineare come, sul fronte del terzo settore, lo stesso trattamento ci sarà per le Onlus, per le organizzazioni di volontariato e per le associazioni di promozione sociale.

Le modifiche, però, non finiscono qui, perché dal 1° gennaio del prossimo anno si aprirà la strada che porta all’uscita progressiva dal superbonus al 110%: questa percentuale di detrazione, per tutti questi soggetti, resterà in vita solo fino alla fine del 2023. Dal primo gennaio del 2024 si passerà al 70%, per poi scendere, con una riduzione progressiva, fino al 65% del 2025. Si passerà, così, a percentuali di detrazione molto differenti da quelle alle quali siamo stati abituati in questi ultimi anni.

Le altre novità

Da registrare, per completare il quadro della proroga del superbonus, come resti un leggero disallineamento soltanto per gli Iacp, per i soggetti con una finalità sociale assimilata e per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa: potranno portare in detrazione le spese relative al 110% fino al 31 dicembre 2023, a condizione però che entro giugno di quell’anno abbiano completato almeno il 60% degli interventi.

Viene, poi, introdotto un allargamento per gli interventi di riduzione del rischio sismico nei Comuni dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza dal 1° aprile 2009 in poi: per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, la detrazione spetta nella misura del 110 per cento. Un passaggio che punta a dare un forte impulso alla ricostruzione.

Soprattutto, però, arriva l’allineamento pieno tra interventi trainanti e trainati. La prima versione della legge di Bilancio 2022, per come era scritta, aveva l’effetto paradossale di prorogare i primi ma non i secondi, creando evidenti problemi ai lavori condominiali. Il Senato è intervenuto, specificando che tutte le nuove proroghe si applicano anche agli interventi trainati, effettuati sulle singole unità in condominio.

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