Anammi: «Assemblee di condominio sempre più spesso teatro di liti e violenza»
Dopo il caso di Fidene, il presidente Giuseppe Bica riflette sulla precaria sicurezza di amministratori e condòmini e sulle difficoltà di gestire l’assemblea in tranquillità
La tragedia di Fidene ha acceso i riflettori sulla questione sicurezza in condominio. Un problema che, se sottostimato, può mettere seriamente a rischio amministratori e condòmini. «La strage di Fidene non è la classica lite condominiale ma un caso estremo dai risvolti tragici», ha osservato il presidente di Anammi Giuseppe Bica, «Tuttavia, l'assemblea, negli ultimi anni, è diventata uno dei luoghi in cui più facilmente si sfogano rabbia e frustrazione, diventando teatro di liti violente ed episodi a sfondo penale».
Contrasti inevitabilmente acuiti, soprattutto negli ultimi anni, dalla pandemia e dalla crisi economica, che ha dirottato buona parte delle divergenze sul tema più spinoso: i soldi. «Tutto questo ha, ovviamente, complicato i rapporti tra i vicini – ha aggiunto Bica – rendendo sempre più difficile mantenere un minimo di normalità anche nelle riunioni condominiali». Tuttavia, la litigiosità in condominio non è una novità recente: già nel 2010, infatti, un sondaggio dell'associazione sulla sicurezza aveva rivelato che almeno la metà dei professionisti intervistati aveva subìto minacce verbali e ricevuto lettere minatorie. Motivo per cui, ormai da tempo, l'Anammi punta su percorsi mirati di preparazione dei professionisti anche sul fronte psicologico, insegnando agli amministratori iscritti i metodi più efficaci per gestire le diatribe interne. «È evidente che questo non basta a prevenire drammi come questo ma certamente fornisce supporto agli amministratori, chiamati a lavorare in contesti sempre più difficili».
Predisporre una formazione specifica ha incentivato il decremento di questi casi (calati, tra i soci, al 30 per cento). Il nodo, tuttavia, rimane: gli episodi più eclatanti non accennano a diminuire. «In questi dodici anni, purtroppo, sono cresciuti gli episodi di assemblee finite in rissa», ha stigmatizzato il presidente, «e l'incolumità di professionisti e condòmini è spesso messa a serio rischio».
E il professionista, in tutto questo, che ruolo deve avere? Sicuramente quello di mediatore, essenziale al netto delle difficoltà. Alla luce della recente legislazione, legata alla riforma del condominio del 2012, sono cresciute tanto le responsabilità quanto i compiti a carico degli amministratori, ormai diventati punti di riferimento degli immobili, ove a oggi vivono circa 14 milioni di famiglie. «Consigliamo sempre ai professionisti di segnalare alle autorità di pubblica sicurezza situazioni anomale e vicende a sfondo penale», ha concluso Bica, «Il nostro appello, dopo la tragedia di Fidene, è di essere finalmente ascoltati: l'omicida era stato oggetto di numerose denunce, rimaste purtroppo lettera morta. Non vogliamo essere lasciati soli».