I temi di NT+Superbonus

Blocco del mercato dei crediti, l’allarme di Agefis: «Il settore edilizio rischia la crisi»

La responsabilità in solido riconosciuta agli acquirenti in caso di frode potrebbe frenare ulteriormente le operazioni di cessione

Il mercato delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi continua a fare i conti con una situazione critica. Le misure che, negli ultimi mesi, sono state studiate con lo scopo di eludere le frodi e far ripartire gli affari hanno ottenuto l'effetto contrario, innescando un blocco delle operazioni e il venir meno della fiducia di professionisti, operatori finanziari, aziende e cittadini. Scenario che neppure le novità introdotte dalla circolare 23/E dell'Agenzia delle Entrate e dal Decreto Aiuti sembrano in grado di sbloccare.

In base all'emendamento al decreto, le banche potranno cedere crediti relativi ai bonus a tutti i clienti provvisti di partita iva. Disposizione che, dato il suo valore retroattivo, potrà essere estesa anche alle operazioni comunicate all'Agenzia prima dell'entrata in vigore della legge di conversione del Dl Aiuti. Una misura vantaggiosa e, allo stesso tempo contestabile. Come evidenziato dal presidente di Agefis, l’associazione dei geometri fiscalisti, Marco Mion: «C'è un problema che non è possibile ignorare: la responsabilità solidale per coloro che acquistano crediti dalle banche». La circolare, infatti, chiarisce che, in caso di truffe, anche l'acquirente potrà essere riconosciuto responsabile in solido qualora non adotti un livello di diligenza appropriato. «Si tratta di una complicazione enorme per quei soggetti che si trovano ad acquistare un credito mesi dopo la fine dei lavori che lo hanno prodotto e che non sono nella condizione di riuscire a fare i controlli necessari per scongiurare eventuali rischi», ha sottolineato Mion.

Non si tratta di allarmismo infondato. Il rischio è che la responsabilità solidale attribuita ai singoli compratori finisca per frenare i trasferimenti dagli istituti bancari ai correntisti, ostacolando le cessioni, determinando una contrazione del mercato e, in parallelo, una forte crisi del settore edilizio con la riduzione del numero dei cantieri. «Non dimentichiamo, infatti, che anche le imprese hanno i cassetti pieni di crediti fiscali che non possono usare e che non riescono a cedere, trovandosi senza la liquidità necessaria per pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi», ha concluso il presidente, proponendo come soluzione una stabilizzazione delle norme e un correttivo al meccanismo utile a evitare che l’onere di eventuali irregolarità possa ricadere sul cessionario.