Bonus barriere architettoniche a rischio stop in condominio
La delusione è palpabile. L’impatto del Dl 39/2024 sul bonus barriere architettoniche in condominio sarà molto pesante. Introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2022, il bonus ammette la possibilità di detrarre il 75% delle spese sostenute per l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle abitazioni private e nelle parti comuni degli edifici. Sul nostro patrimonio immobiliare datato si tratta di una importante opportunità, ancora fruibile, senza cessione del credito e sconto in fattura però, fino al 31 dicembre 2025.
Partiamo allora dai numeri dei condomìni italiani, per capire a quanti edifici condominiali si rivolge l’agevolazione. Mettendo insieme i dati IStat e quelli del Centro richerche Cresme emerge che gli edifici residenziali nel complesso in Italia sono poco meno di 13 milioni. Riferendoci all’anno di costruzione, quelli precedenti la legge 13/1989 - che favorisce gli interventi riguardanti attività di abbattimento barriere negli edifici privati- sono poco meno di 10 milioni. Non tutti sono condomìni, ma pensate che ci sono oltre 2 milioni di edifici in Italia costruiti prima del 1919. Barriere da abbattere ce ne sono dunque ancora tante, troppe.
« Il decreto attuativo della legge 13, il Dm 236/89 », ci spiega Stefano Maiandi, presidente dell’ente del terzo settore FIABA, su cui proposta è stato introdotto il bonus del 75%, « fissa per il costruito post 1989 delle linee guida e le stesse con enormi difficoltà devono essere adottate anche per quelle costruzioni ante ’89. Definire una misura unitaria su quanto ha impattato il bonus è impossibile. La domanda che dovremmo porci è quanti impianti verticali sono stati adeguati o realizzati grazie al bonus negli ultimi anni ? Quante pedane o scivoli ? Quanti infissi sono stati sostituiti?Posso provare a dare delle indicazioni che ci sono state fornite dal settore delle imprese di costruzione e manutenzione di impianti elevatori. Nel caso specifico la misura del 75% ha agevolato investimenti per 250 milioni di euro».
Un risultato da incentivare, dunque, anche perchè «quando pensiamo alla barriere dobbiamo considerare oltre ai disabili motori anche la disabilità sensoriale o cognitiva, oltre a persone con grande sovrappeso o molto basse di statura. In un condominio va valutato il tipo di pavimentazione dell’androne, l’altezza dei citofoni e delle cassette postali, se le porte di accesso sono di facile spinta, se ci sono gradini prima di accedere all’ascensore». I costi di adeguamento a quanto ammontano in media? «Proviamo a fare un esercizio, ovviamente senza tenere conto dei costi di direzione lavori e progettazione. Prendiamo un condominio di 8 unità abitative su tre piani. Sostituzione dei citofoni esterni e interni alla singola unità immobiliare, superamento delle scale presenti nell’androne con un servo scala e adeguamento di un ascensore su base del decreto 236/89. Potremmo immaginare un costo intorno ai 35.000,00 40.000 euro» conclude Maiandi.
Il bonus barriere 75% era un aiuto importante, già ridimensionato prima dal Dl 11/2024 quanto ad interventi agevolati. Cosa resta dunque fino al 2025, se non sopraggiungono novità? “La detrazione c’è, ma è più probabile che ne beneficeranno i singoli proprietari degli appartamenti, che i condomìni – precisa Federica De Pasquale, vice presidente nazionale e presidente dell’Organismo del condominio di Confassociazioni, che con Fiaba e Recert, Associazione dei revisori certificati professionisti, ha pensato e strutturato il bonus barriere -La parola fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura, per quelle che sono le dinamiche delle delibere assembleari, bloccherà l’utilizzo della detrazione. Nella maggioranza dei condomìni, infatti, le persone con disabilità, le persone anziane o quelle incapienti sono la maggioranza e non voteranno mai a favore di un lavoro di ristrutturazione straordinario per il quale devono anticipare somme elevate». Viene meno «lo stesso intento del bonus che era quello di uscire dalla bolla del superbonus del 110%, dove l’abbattimento delle barriere architettoniche rientrava solo come lavoro “trainato”. Il bonus del 75% è un bonus sociale, non edilizio. Vuole migliorare la qualità della vita delle persone, anche della mamma che deve alzare e spostare carrozzina e passeggino. Non possiamo che sperare in un ravvedimento del Governo affinché decida di tagliare su altre voci di spesa del bilancio pubblico e non sulla detrazione del 75%, un bonus, è giusto sottolinearlo, di cui hanno bisogno soprattutto le persone più fragili del Paese».
Le «case di ringhiera» ambrosiane, emblema di una tipologia edilizia popolare
di Fulvio Pironti - Avvocato condominialista