Bonus bollette del 2022 utilizzati solo per metà
Risorse inutilizzate per capienza fiscale ridotta e difficoltà di cessione
Bonus bollette per le imprese utilizzati per meno della metà. Per i tax credit relativi al consumo di elettricità e gas relativi al 2022 sono stati utilizzati in compensazione poco meno di 10 miliardi a fronte dei quasi 20,3 stanziati dai diversi interventi legislativi. Il tutto mentre il decreto Bollette (Dl 24/2023), la cui legge di conversione ha tagliato ieri il traguardo della «Gazzetta Ufficiale», ha esteso anche al secondo trimestre 2023 le misure straordinarie per consentire alle imprese di fronteggiare tramite la leva fiscale i rincari sostenuti per i costi di energia elettrica e gas.
Ma, guardando i dati contenuti nell’ultimo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti, emerge come i crediti fiscali previsti per l’anno passato non siano stati pienamente impiegati. Prima di tutto, va fatta una distinzione: il termine per l’utilizzo in compensazione dei crediti relativi al primo semestre 2022 è scaduto lo scorso 31 dicembre, mentre quello per i crediti del secondo semestre (anche a seguito delle proroghe intervenute) scadrà il 30 settembre 2023. Dall’ultimo aggiornamento disponibile (datato 13 aprile 2023) emerge che per il primo semestre 2022 la quota di crediti utilizzati in compensazione entro la fine dello scorso anno supera l’81 per cento. Mentre per quelli del secondo semestre 2022 l’ultima tendenza disponibile parla di un dato che si attesta intorno al 40%, tuttavia, come anticipato, ci sono ancora quattro mesi di tempo per sfruttare in compensazione in F24 i crediti: mesi che saranno caratterizzati da scadenze “pesanti” da un punto di vista dei versamenti, come l’Imu e gli acconti e il saldo delle imposte sui redditi in calendario (per ora) a fine giugno.
Il problema – già segnalato da «Il Sole 24 Ore» – riguarda la concreta possibilità di spendere i tax credit per l’energia in compensazione. La Corte dei conti, nel parlare espressamente di «ingorgo dei crediti d’imposta», sottolinea che «se anche gli ingenti stanziamenti hanno sovrastimato i co
sti energetici sostenuti dalle imprese e dunque i crediti di imposta in circolazione, la spendibilità di questi crediti potrebbe essere stata meno facile del previsto, sia in termini di capienza delle imprese presso cui maturava il diritto al credito, sia in relazione alle possibilità di individuare soggetti cessionari». In pratica, le agevolazioni previste per le imprese hanno dovuto fare i conti con un sentiero molto stretto sia per quanto riguarda la capienza fiscale di ciascun beneficiario sia per la concreta possibilità di cessione in un mercato già “saturato” dalla presenza dei crediti per gli interventi edilizi.
Da qui anche la necessità di spostare più avanti l’orizzonte temporale di utilizzo. Per i primi due trimestri 2023, infatti, il termine ultimo per sfruttare i bonus energia in compensazione è al prossimo 31 dicembre.