Lavori & Tecnologie

Chi ha evitato la stretta resta senza compratori

L’impatto del Dl 11/2023 nei quesiti dei lettori allo Sportello superbonus

di Cristiano Dall’Oste e Giuseppe Latour

Il blocco delle cessioni imposto per decreto dal Governo si intreccia con lo stallo del mercato, già maturato in via di fatto nei mesi scorsi. Molte delle domande giunte nel corso della seconda puntata di «Sportello superbonus», online ieri sul sito del Sole 24 Ore (oltre che su Linkedin e Facebook), arrivano proprio da contribuenti che potrebbero ancora effettuare cessioni dei crediti e sconti in fattura, ma non trovano banche e imprese disposte a impegnarsi.

È il caso, ad esempio, del lettore che ha iniziato i lavori ad aprile del 2022 e si trova oggi a fare i primi pagamenti: avendo presentato la Cilas entro il 16 febbraio 2023, è fuori dalla stretta, ma non trova acquirenti. Stesso discorso per la lettrice che ha eseguito (e pagato) opere agevolate nel 2020, 2021 e 2022, utilizzando le prime rate relative ai primi due anni sotto forma di detrazione: entro il prossimo 31 marzo può ancora cedere il bonus e le rate residue; a patto, però, di trovare un compratore.

Pesa invece lo stop del Governo sull’impresa che ha ricevuto un ordine di infissi il 16 febbraio, con emissione di fattura in acconto pagata dal cliente il 18 del mese con bonifico. In questo caso, se è stato pattuito lo sconto in fattura, bisogna rivedere gli accordi tra le parti, perché si tratta di un’opzione oggi impraticabile (anche se conviene aspettare eventuali correttivi in arrivo dal Parlamento prima di prendere qualsiasi decisione). Se invece il cliente contava di cedere il credito, non potrà più farlo e gli sarà consentito – se ha capienza – soltanto l’utilizzo sotto forma di detrazione. In entrambe le situazioni bisogna riesaminare la sostenibilità economica dell’operazione: portando il bonus in dichiarazione, infatti, non va più messo in conto il costo legato agli oneri finanziari sopportati dall’acquirente.

Per chi si trova a confrontarsi con una detrazione inattesa, poi, diventa decisivo il tema della capienza fiscale: bisogna, cioè, misurare l’imposta lorda, dalla quale andare a sottrarre la quota di bonus ricavata dalle spese effettuate. Nel caso dei bonus generosi, questa quota sarà piuttosto elevata. C’è, però, chi resta escluso (si veda anche l’articolo in pagina 2): dai lettori arrivano quesiti sul tema dei forfettari e sulle strade che hanno a disposizione. Chi non rientra nei limiti fissati dal decreto 11/2023 troverà sbarrata la strada dei bonus casa.

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