I temi di NT+Superbonus

Decreto Superbonus, Parlamento pronto al rinvio per le villette

Presentati 311 emendamenti in commissione. Si punta all’autocertificazione per mantenere lo sconto in fattura su caldaie e infissi per i lavori pagati prima del 16 febbraio

Spese al 110% per le villette oltre il termine del 31 marzo. C’è anche un ritorno, che sarà gradito a molti contribuenti, tra le proposte di modifica (in totale 311) presentate martedì 7 marzo in commissione Finanze alla Camera: la proroga del limite entro il quale vanno effettuati i bonifici per i cantieri di case unifamiliari e unità indipendenti. Potrebbe essere spostato in avanti, ancora una volta, di tre mesi, slittando a fine giugno.

Non è la sola novità allo studio. Prende quota la soluzione, anticipata dal Sole 24 Ore di domenica, che consentirà di cedere i crediti relativi alle spese 2022 senza avere già firmato un contratto con la propria banca. Dovrebbe, poi, arrivare una salvaguardia per i lavori in edilizia libera non avviati entro il termine del 16 febbraio: l’inizio degli interventi potrà essere provato attraverso un’autodichiarazione. Correzioni in vista anche per Iacp, Onlus e per il sismabonus.

Nel lavoro di raccolta delle proposte dei diversi gruppi parlamentari a Montecitorio, andato in scena ieri mattina (è in programma il vaglio di ammissibilità), spicca la sorpresa del rinnovato pressing sul fronte delle villette: l’ipotesi, avanzata da più parti, è spostare in avanti il termine, che scadrebbe il 31 marzo, per le unifamiliari e le unità autonome che già al 30 settembre scorso avevano raggiunto il 30% dei lavori. Se i partiti sembrano convinti della necessità di questo rinvio, utile soprattutto a evitare che cantieri ormai lentissimi perdano le agevolazioni, il Governo appare per adesso più tiepido, a causa dei costi dell’intervento.

Ci sono, invece, più margini per un’altra correzione, della quale si è discusso nel vertice andato in scena ieri mattina tra il relatore del decreto alla Camera, Andrea De Bertoldi (FdI) e i rappresentati del Governo, tra i quali spiccava il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. L’obiettivo è consentire a chi vuole cedere bonus legati alle spese 2022, ma non ha ancora un contratto di cessione sottoscritto, di mettersi al riparo entro il termine del 31 marzo, che non sarà prorogato. La soluzione prevede la possibiltà di comunicare la cessione anche prima della conclusione dell’accordo, purché risulti avviata l’istruttoria. Accantonata l’ipotesi di approvare un decreto legge, potrebbe essere inserita in un emendamento del relatore; subito dopo la sua approvazione in commissione, con i voti in calendario tra il 20 e il 24 marzo, scatterebbe un comunicato legge del ministero dell’Economia che darebbe il via libera all’aggiornamento delle procedure dall’agenzia delle Entrate.

Terzo capitolo di intervento riguarda l’edilizia libera: caldaie e infissi. Il problema, in questo caso, riguarda tutti quei lavori con acconti pagati prima del 16 febbraio, ma con prodotti ancora da installare. Tra le proposte di modifica ricorre l’ipotesi di legare l’avvio dei lavori al pagamento dei bonifici. Un’autocertificazione consentirà di provare il rispetto dei termini di legge, mantenendo così lo sconto in fattura.

Il clima potrebbe consentire di arrivare a un consenso trasversale su diverse modifiche. «Aver contenuto il numero di emendamenti al decreto legge a circa 300, aiuterà il dialogo tra le parti e porterà, ne sono certo, a modificare in meglio il testo», dice il relatore De Bertoldi.

Molti temi, infatti, ricorrono nelle proposte di diversi schieramenti, come le salvaguardia sul sismabonus, sulle aree terremotate, sul Terzo settore e sugli Iacp, per i quali potrebbero restare le cessioni dei crediti. Così i deputati di Forza Italia in una nota congiunta parlano di «approccio responsabile di risolvere le principali criticità, evitando di arroccarsi su proposte assolutamente irrealizzabili». Mentre il capogruppo M5s in commissione Finanze alla Camera, Emiliano Fenu spiega: «Un filone di emendamenti punta a recuperare il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito a partire da alcune categorie fragili e da alcune tipologie di immobili come ex Iacp e Onlus». Anche la proposta Abi-Ance sulla compensabilità dei crediti all’interno degli F24 intermediati dalle banche riscuote molto sostegno.

Tra i prossimi passaggi, da ricordare che entro giovedì saranno decisi i ricorsi sull’inammissibilità. Dal 20 marzo in programma il voto in commissione, mentre l’approdo in Aula è previsto il 27 marzo.