Fisco

I bonus ai condizionatori passano da tre sconti fiscali

L’installazione di pompe di calore guarda già alle innovazioni in arrivo con le regole europee ma con le diverse agevolazioni cambiano i requisiti

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di Luca De Stefani , Giuseppe Latour

Tre strade per agevolare l’installazione di condizionatori con pompa di calore. Dalla più semplice (il bonus per le ristrutturazioni ordinario, al 50%) alla più complessa (il superbonus al 90%), passando per l’ecobonus al 65%, ma con requisiti differenti da conoscere prima di avviare le operazioni. Gli interventi sugli impianti di condizionamento possono essere agevolati e, con l’elettrificazione contemporanea dell’impianto di riscaldamento, guardano in qualche modo già al futuro. L’Europa, infatti, oggi punta con decisione proprio a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (a partire dal gas), attraverso la diffusione delle pompe di calore. Gli esempi in questa direzione sono diversi, a partire dalla direttiva Case green, attualmente in discussione a Bruxelles.

Partendo dal bonus ristrutturazioni, è possibile ottenere la detrazione del 50% per l’installazione di condizionatori d’aria estivi, solo se con pompa di calore, anche non ad alta efficienza. In questo caso, il limite di spesa è di 96mila euro (lo sconto di imposta massimo, quindi, è di 48mila euro): l’intervento va effettuato su unità immobiliari residenziali e – questo dettaglio è fondamentale - non è necessaria la sostituzione del vecchio impianto di climatizzazione invernale.

L’alternativa è l’ecobonus al 65 per cento. Questa agevolazione è disponibile su qualunque tipologia di immobile e con un limite di detrazione di 30mila euro. Vale, però, soltanto per la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza, con un coefficiente di prestazione COP/GUE e con un indice di efficienza energetica EER maggiore o uguale ai valori minimi dell’allegato F del decreto del ministero dello Sviluppo economico 6 agosto 2020.

L’alternativa, ancora per qualche mese (la scadenza è fissata a fine anno per questa versione dello sconto), è il superbonus al 90%: il lavoro che andrebbe al 65%, infatti, può essere agevolato al 90%, come intervento trainante o trainato. Per i condomini questa possibilità è disponibile fino al 31 dicembre, senza particolari condizioni. Mentre per le unifamiliari e le unità indipendenti ci sono diversi paletti da rispettare: soprattutto, un reddito massimo di 15mila euro, calcolato secondo il quoziente familiare. A questo, poi, si aggiungono tutte le diverse condizioni legate al superbonus, come il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio e le asseverazioni dei requisiti tecnici e di congruità.

Infine, vanno ricordati gli adempimenti legati a questi lavori. Per il bonus ristrutturazioni al 50%, basta il bonifico parlante e l’invio all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, della comunicazione semplificata (portale bonus casa su https://bonusfiscali.enea.it ), che non comporta la decadenza del bonus in caso di omissione (risposta n. 46/E/2019). Per l’ecobonus, invece, oltre al bonifico parlante e all’invio all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, della scheda descrittiva dell’intervento redatta da un tecnico abilitato (Portale Ecobonus), serve l’asseverazione dei requisiti tecnici e della congruità delle spese sostenute, oltre che la conservazione delle schede tecniche delle pompe di calore installate (vademecum dell’Enea del 25 gennaio 2021).

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