Condominio

Il termine per agire quando si perde il possesso di un bene è di un anno dalla prima turbativa

Passati 365 giorni l'azione diventa improponibile davanti al giudice

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di Edoardo Valentino

Secondo la Cassazione nel caso di turbativa del possesso o spoglio posti in essere con una pluralità di atti, il termine utile per l'esperimento dell'azione possessoria decorre dal primo di essi, se quelli successivi, che sono allo stesso strettamente connessi, si devono ritenere prosecuzione della stessa attività. Se gli atti non sono connessi, invece, il termine annuale decorre dall'ultimo atto posto in essere, a patto che questo abbia caratteristiche proprie e non sia connesso con quelli antecedenti. Questi i principi giuridici sottolineati dalla sentenza Cassazione sezione VI, 24 settembre 2020, numero 20007.

I fatt i e le pronunce di merito
La questione riguardava la proposizione di una azione di manutenzione da parte di due proprietarie contro un condominio, reo di averle spossessate di una strada di collegamento alla loro abitazione. Al fine di ottenere la tutela giudiziaria, quindi, le proprietarie agivano ai sensi dell'articolo 1168 del Codice civile, che prevede al comma primo che «Chi è stato violentemente od occultamente spogliato del possesso può, entro l'anno dal sofferto spoglio, chiedere contro l'autore di esso la reintegrazione del possesso medesimo».

Sulla base di tale norma le proprietarie depositavano ricorso affermando di essere state spossessate dal condominio e richiedevano la reintegrazione nella disponibilità del viale d'accesso al retro della loro abitazione. Sia il Tribunale, che la Corte d'appello rigettavano la domanda delle ricorrenti.

La motivazione fornita dai giudici era che i testimoni ascoltati durante la causa avevano affermato la presenza di una catena di divieto di passaggio alla strada posta dal condominio anni addietro. Per i giudici di merito tale circostanza era prova che lo spossessamento era avvenuto molto tempo prima dell'anno previsto dalla legge sopra menzionata e, per l'effetto, avevano dichiarato le parti decadute dalla domanda.

Il ricorso alla Suprema corte
La questione approdava in Cassazione, a seguito di ricorso delle proprietarie. Con la sentenza in commento, però, la Corte rigettava integralmente il ricorso.Da un lato, infatti, gli ermellini rigettavano il ricorso in quanto richiedeva una valutazione sulle prove già reperite in sede di giudizio di merito.Il giudizio di Cassazione, però, non può avere come oggetto la revisione delle prove dei gradi precedenti, in quanto il giudice di legittimità deve solo vigilare sulla corretta applicazione delle leggi da parte dei giudici che l'hanno preceduto.

Nel presente caso, inoltre, la Cassazione affermava l'assenza di violazioni normative da parte della Corte d'appello, che anzi aveva deciso basandosi su un condiviso orientamento della giurisprudenza. Al fine di esperire l'azione di manutenzione (ossia l'azione contro lo spossessamento da un bene), il ricorrente deve agire entro l'anno dal primo atto che costituisce una turbativa del possesso.

In particolare, in caso di più atti, il termine annuale comincia a decorrere dal primo atto e, passato un anno, l'azione diventa improponibile davanti al giudice.Sulla base di questi principi la Cassazione rigettava il ricorso e condannava le proprietarie alla refusione delle spese di lite.

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