Il CommentoCondominio

La proposta di Confabitare per contrastare le occupazioni abusive di case

Pene inasprite e deve procedersi d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è armato

di Luca Capodiferro - presidente Centro studi nazionale Confabitare

Quello delle occupazioni abusive delle case è un fenomeno – ma meglio sarebbe chiamarlo col suo nome, un reato – che non è recente, anche se possiamo dire che è stato «riscoperto» dal direttore Mario Giordano. Basterebbe questo per capire che gli va reso il merito di averne fatto oggetto di pubblico dibattito. Perché piaccia o meno, a volte senza di lui nulla si sarebbe mosso. Magari non è tutto merito suo, ma è indubbiamente vero che in questo strano paese non è possibile che, per affrontare con decisione molti problemi che riguardano le persone normali, si debba sempre ricorrere ai programmi televisivi. Certo, non sarà sempre così o non lo sarà per tutti i casi. Ma insomma, se uno ci fa caso, si rende conto che molte volte è così.

Quello delle occupazioni abusive è anche un problema socialmente odioso, perché spesso colpisce gli anziani e le persone fragili. Complice un sistema normativo carente e autorità che, troppo spesso, fingono di non sapere o di non vedere o, forse anche peggio, usano i tempi della burocrazia per non fare nulla. Che poi, in molti casi, il non fare nulla è anche un venir meno ai propri doveri d'ufficio. Per non parlare dell'insulsa e ancor più odiosa polemica politica fra chi è sempre dalla parte di chi delinque e chi dalla parte della legge, che appare non solo stucchevole ma anche difficile da capire e far capire. Del resto, l'ho detto, siamo proprio uno «strano» paese.

L’intervento di Confabitare

E allora, per ridare i corretti strumenti a chi opera sul territorio e, perché no, anche per togliere qualche «facile alibi» a chi finge di non sapere, ecco che Confabitare ha deciso di farsi carico di questo problema. E lo ha fatto prendendo in mano le proverbiali carta e penna e scrivendo ai ministri interessati e ai Gruppi politici presenti in Parlamento, perché in questi ultimi anni sono stati troppo numerosi i casi di occupazione abusiva di alloggi - spesso perpetrati con violenza ed inganno - a danno dei legittimi proprietari. Il dato raccolto da Confabitare è allarmante, sia perché sono in continuo aumento i casi sia, soprattutto, perché spesso – come detto - le vittime sono persone deboli, anziane e/o malate. E molte volte anche senza familiari che li possano assistere ed aiutare.

Per non parlare dei molti casi in cui le persone che subiscono l'occupazione abusiva non hanno poi altro alloggio in cui vivere. Non solo, ma vi è anche un ulteriore aspetto morale ancora più ripugnante perché chi occupa abusivamente le case spesso non solo arreca danni ma distrugge effetti e ricordi personali, magari di una vita e, a volte, di persone care che non ci sono più. Consapevoli della delicatezza del problema, ci corre l'obbligo di precisare subito che non abbiamo «inventato» nulla, ma ci siamo mossi ben sapendo che la tutela della proprietà privata e della casa d'abitazione è, prima ancora che costituzionale, un dovere civico e morale.

La violazione di domicilio

Ed avendo bene in mente che il problema dell'eccesso di processi o il sovraffollamento delle carceri non può essere risolto a scapito dei cittadini che la legge la rispettano. Fatte queste doverose premesse, Confabitare si è resa conto che non servono «leggi speciali» né «poteri» particolari. Basterebbe «riportare indietro l'orologio» a prima del luglio 2009.Perché? Perché la scelta - oggi rivelatasi del tutto sbagliata ed ingiustificata (ma, forse, ci si poteva pensare anche allora) - del legislatore di «alleggerire» le conseguenze penali del reato di violazione di domicilio, attuata con la legge 15 luglio 2009 numero 94, ha fatto pensare (o, forse, credere, ai delinquenti) ad un affievolimento del reato e dell'interesse pubblico a perseguirlo.

Ed infatti, non sarà un caso che il pericoloso «senso d'impunità» che sembra caratterizzare l'animus di coloro che perpetrano questo reato stia portando non solo ad un aumento dei casi, ma – in alcuni casi – anche ad un uso maggiore della violenza contro le persone. La nostra associazione è convinta che i casi che emergono agli «onori della cronaca» siano, molto probabilmente, solo una minoranza di quelli che, invece, si verificano nel nostro paese e, date le norme vigenti, il timore è che, mantenendo lo status quo, si finisca sempre per legittimare i disonesti ed i delinquenti che restano per un tempo molto lungo dentro gli immobili - che quasi sempre costituiscono la casa ove, come detto, vivono i proprietari anziani e molto spesso malati - nei quali quasi sempre rubano e lasciano danni spesso ingenti. Da nessuno poi risarciti.

La riforma proposta da Confabitare

Per tutte queste ragioni, Confabitare - Associazione proprietari immobiliari ha deciso di sottoporre al Governo ed al Parlamento una riforma del codice penale e di procedura penale che, nei fatti, aumenti l'efficacia della norma affievolita dalla riforma 2009.Di seguito uno stralcio degli emendamenti ai codici da noi proposti:
articolo 614 codice penale – Violazione di domicilio - Quello che proponiamo è un «ritorno al passato», prevendo nuovamente che, chiunque s'introduca nell'abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s'introduce clandestinamente o con inganno, sia punito con la reclusione da uno a cinque anni se l'abitazione è la dimora abituale dell'avente diritto e dei suoi familiari e da sei mesi a tre anni nel caso oggetto del reato siano le pertinenze ovvero un'abitazione libera da cose o persone.

Alle stesse pene soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l'espressa volontà di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno.Quindi facendo una netta distinzione fra casa d'abitazione e immobile disponibile per altri fini (ad esempio, per locarlo e percepirne un reddito). Ma la modifica sicuramente più importante è quella che prevede che la pena è da due a sei anni, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato.La modifica proposta da Confabitare, quindi, annulla, nei fatti, l'impianto introdotto dalla legge 15 luglio 2009 numero 94, con la finalità di consentire l'arresto obbligatorio in flagranza – nei due casi aggravati – e la restituzione immediata dell'immobile all'avente diritto.

Gli interventi sul Codice di procedura penale

L'arresto rimarrà, invece, facoltativo nell'ipotesi più lieve. Di conseguenza, andranno apportate due variazioni anche al codice di procedura penale.
articolo 380 Codice procedura penale - La nostra proposta prevede che gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all'arresto di chiunque sia colto in flagranza nel caso di delitto di violazione di domicilio ai sensi dell'articolo 614 del Codice penale e ciò nel caso in cui l'abitazione sia la dimora abituale dell'avente diritto e dei suoi familiari ovvero quando il reato è commesso con violenza o se si usano armi.
articolo 381 Codice procedura penale - Al fine di adeguare il codice di procedura alla proposta di cui sopra, si prevede anche che gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria abbiano la facoltà di arrestare chiunque sia colto in flagranza del reato di violazione di domicilio e ciò nel caso in cui oggetto del reato siano le pertinenze ovvero un'abitazione libera da cose o persone.

Conclusioni

In pratica, nulla di nuovo, ma solo un ritorno al passato. Lo faranno o, come accade da troppi anni, prevarranno le demagogie, i «populismi da quattro soldi», la «strana» voglia di essere sempre contro la gente per bene o, comunque, non dalla loro parte? Se si vuole è facile apportare queste modifiche.