Condominio

La società di amministratori Sif Italia sui rincari di luce e gas: frutto di scelte miopi compiute negli ultimi 20 anni

Un aiuto avrebbe potuto darlo il 110% evitando dispersioni termiche in edifici energivori: ultimiamo i cantieri e proroghiamo con modifiche la misura

di Luca Ruffino

Partendo dalle previsioni delle tariffe relative alle date di ottobre e marzo 2023 è possibile identificare un corrispettivo che allo stato induce le famiglie a non potersi permettere l'erogazione del servizio riscaldamento quanto meno in contesti condominializzati :
•Ott 22 € MWh 243,367*
•Nov 22 € MWh 250,348*
•Dic 22 € MWh 250,490*
•Genn 23 € MWh 245,663*
•Febb 23 € MWh 232,410 *
•Mar 23 € MWh 232,410*
Iva esclusa ( al 5% per ottobre novembre e dicembre al 22% da gennaio ).

I prezzi sono previsioni ad oggi e tengono in considerazione il nuovo indice Psv (il punto di scambio virtuale ovvero il principale punto di incontro tra domanda e offerta del mercato del gas in Italia) indicato da Arera che entrerà in vigore a partire da ottobre 2022 . A differenza del valore attuale della materia prima gas metano, l'indice Psv prevede che il prezzo si formerà mensilmente solo a consuntivo del mese precedente . Per avere un termine di paragone la media ponderale relativa al costo MWh per la stagione termica conclusa 2021/2022 ha identificato un corrispettivo pari ad euro 115,80 oltre Iva .

Le stime del Centro studi Sif Italia

Questo significa più che raddoppiare il costo per una famiglia italiana che passerà da un costo medio di 13,5 euro mq ad euro 27 a mq, determinando un incremento della morosità pari al 21,75 % ( stima centro studi Sif Italia ) e di fatto un inadempimento nei confronti del fornitore. Risultato : impianti fermi utenza al freddo. Sottolineare l'avevamo detto, oggi non fa più notizia. Stimolare il “governo che verrà “ a congelare imposte ed accise ( avviene già per il gas utilizzato in processi cogenerativi ) che gravano per quasi il 25%, utilizzare gli extra gettiti iva – è indubbio che se la base imponibile aumenta, aumenta proporzionalmente il gettito Iva – consolidare gli extra costi con ammortamenti pluriennali garantiti dallo Stato ( come avvenne per i prestiti in epoca pandemica) rappresenterebbe un punto di partenza serio per affrontare l'emergenza, non certo la risoluzione della problematica energetica che, trae origine dalle scelte miopi di questi ultimi venti anni.

Ultimare i cantieri del 110%

Da ultimo un cenno all'ecobonus del 110% che poteva rappresentare un'arma di difesa contro il caro energia, evitando dispersioni termiche in edifici energivori. Occorre senza indugio portare a termine le cantierizzazioni in essere e quelle che verranno comunque entro il 2023 ( non si possono cambiare le regole del gioco in corsa) rendendo strutturale la norma per esempio all'85% generando un sistema di premialità e penalità in funzione dell'assorbimento energetico degli edifici

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