Condominio

Perché le assemblee devono essere convocate

Troppe importanti decisioni potrebbero essere pericolosamente posticipate

di Paolo Gatto (presidente nazionale Alac)

A parte le Faq del governo che possono essere considerate una sorta di “interpretazione autentica” in grado, al limite, di integrare una scusante di errore della legge in caso di opposizione alla sanzione, le assemblee di condominio sono, oggi, da ritenersi pienamente legittime. Ciò che contraddistingue, infatti, i limiti alla circolazione di oggi e quelli dei mesi da marzo a giugno è che, in occasione delle precedenti disposizioni, vi era un divieto generalizzato di tutte le attività, salvo eccezioni oggi, al contrario, vi è divieto per alcune attività ma in un ambito di permesso, pur in presenza delle dovute cautele.

Fatte queste premesse le assemblee di condominio non possono rientrare nel novero delle riunioni vietate in quanto presentino connotazione eminentemente economica; l'assemblea di condominio si inserisce nella filiera dei servizi di fornitura energia, assicurativi, approvvigionamento idrico, edilizia in quanto li renda possibili e, pertanto, l'assemblea di condominio è necessaria per assicurare la vivibilità dei nostri centri urbani.

Pur condividendo i timori espressi dai rappresentanti di altre associazioni, in relazione alle responsabilità nelle quali può incorrere l'amministratore in caso di contagio, riteniamo che l'amministratore non si possa sottrarre a questa sua necessaria funzione.D'altro canto, siamo anche ben coscienti che l'amministratore sia sempre più soggetto a responsabilità ed oneri non retribuiti per cui riteniamo che, una volta venuti meno questi periodi di emergenza, si debba iniziare una campagna di sensibilizzazione politica, con nuove tipologie di strumenti diretti a convincere le istituzioni a prevedere, a favore dell'amministratore, benefici economici quale l'equo compenso.

Non può sfuggire, soprattutto in questo periodo, l'importanza sociale dell'amministratore, che funge da elemento imprescindibile al fine di assicurare la vivibilità dei nostri centri abitati e che, pertanto, anche a tutela della sua professionalità, non può costituire l'anello debole e facilmente “influenzabile” del microcosmo economico dell'economia abitativa.

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