La sentenza della Cassazione civile, Sez. III, 13 maggio 2024, n. 13038, affronta una questione di grande rilevanza giuridica e pratica riguardante l'obbligo del giudice di motivare il rigetto di un'istanza di ammissione di consulenza tecnica d'ufficio (CTU) proveniente da una delle parti. Questo tema è centrale nel contesto delle controversie legali che richiedono competenze tecniche specifiche per una corretta valutazione degli elementi di prova. La decisione, che ruota attorno alla discrezionalità del giudice e alla necessità di motivazione adeguata, ha implicazioni significative per l'amministrazione della giustizia civile in Italia.
Discrezionalità del giudice e obbligo di motivazione
Il potere del giudice di decidere se ricorrere o meno a una CTU è un elemento di discrezionalità che, però, deve essere esercitato con rigore e trasparenza. La sent. n. 13038/2024 sottolinea che il giudice non può limitarsi a rigettare un'istanza di CTU semplicemente sulla base della mancata prova dei fatti che la consulenza avrebbe potuto accertare. Invece, è richiesto al giudice di dimostrare di essere in grado di risolvere i problemi tecnici connessi alla valutazione degli elementi rilevanti per...
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