Lavori & Tecnologie

Superbonus, Aidda: «Norme elaborate senza una visione di insieme»

Per Antonella Giachetti, presidente dell’associazione, le misure hanno messo in crisi settore dell’edilizia e indotto

di Redazione

«Il Superbonus 110% ha dimostrato l’importanza di agire in modo sistemico quando si creano delle norme. Non come accaduto finora, elaborando leggi senza pensare ai loro possibili effetti a 360 gradi. O come successo per le successive contromisure, sviluppate senza valutarne le conseguenze. Oggi il settore dell’edilizia e numerose persone con meno capacità contributiva vengono messi in crisi e servono misure di salvaguardia urgenti ma ragionate». A mettere i puntini sulle i è Antonella Giachetti, presidente di Aidda, l’Associazione delle imprenditrici e delle donne dirigenti d’azienda.

Tra truffe e drogatura del mercato edile

«Il principio alla base del Superbonus 110% era ottimo, ma non prevedere alcuna necessità di esborso da parte dei fruitori degli incentivi ha creato i presupposti per truffe, a volte di imponenti dimensioni», sottolinea Giachetti. Ma non è tutto: per la presidente, infatti, la misura avrebbe provocato anche «un progressivo effetto di drogatura del mercato edile e delle materie prime, con una lievitazione dei costi inimmaginabile». Dura anche la posizione sullo stop alla cessione dei crediti: «Adesso la norma interviene in una situazione che si stava già deteriorando, in quanto le imprese non riuscivano già più a effettuare ulteriori sconti in fattura, perché il sistema bancario non assorbiva più il loro credito avendo “fermato le macchine” ben prima di quando avrebbe dovuto farlo, anche se preliminarmente si era impegnato a farlo. Serve comprendere che, con queste condizioni, il mercato rischia di subire un blocco definitivo».

Allarme instabilità economica

Ci troviamo di fronte, dunque, a una tempesta perfetta: «Da una parte lo Stato ha visto aumentare il proprio deficit, con possibili conseguenti incognite sugli investimenti per servizi essenziali», aggiunge Giachetti, «dall’altro, una moltitudine di persone fisiche non riesce a pagare ciò che ha commissionato, mentre le imprese non riescono a incassare. Siamo di fronte a un pericolo serio di instabilità economica e sociale e di creazione di condizioni di insolvenza per le aziende del comparto con le consequenziali, profonde ricadute occupazionali».

Gli interventi da mettere in atto

Ricca e dettagliata la check list di interventi che la presidente e gli imprenditori di Aidda reputano prioritari:

a) «Da più parti si parla di un sistema bancario che non ha ancora esaurito la capienza fiscale annua per l’acquisto dei crediti. Non solo rispetto agli acquisti effettuati ma anche rispetto agli impegni assunti e non mantenuti. Proprio il sistema bancario, quindi, potrebbe dare subito un grande contributo in questa situazione, mantenendo fede almeno agli impegni di acquisto dei crediti promessi ma rimasti bloccati prima del 17 febbraio»;

b) «Occorre ampliare la compensabilità dei crediti d’imposta sugli F24 delle banche per aumentare la loro capacità di assorbimento dei crediti»;

c) «Occorre ampliare la compensabilità dei crediti d’imposta sugli F24 delle banche per aumentare la loro capacità di assorbimento dei crediti»;

d) «Per le imprese dovrebbe essere prevista l’immediata possibilità di compensare i crediti assorbiti con i bonus attraverso i propri F24 (contributi etc.)»;

e) «In presenza di crediti certificati come esistenti, dovrebbero essere realizzati interventi atti a garantire finanziamenti a tasso bassissimo sia alle persone fisiche che non riescono più a cedere i loro residui crediti, sia alle imprese con cadenze legate ai tempi di riassorbimento del credito. Questo affinché le imprese non debbano essere considerate in insolvenza per mancanza di liquidità».

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