Fisco

Superbonus, inizia la frenata gennaio chiude a 2,7 miliardi

di Giuseppe Latour

Il treno del superbonus inizia a frenare la sua corsa. Non si è fermato completamente, anche grazie alla forza della progressione messa in scena nel 2022. Ma i numeri dicono chiaramente che il rallentamento, portato dal repentino cambio delle regole di fine anno, è già in atto.

Si possono riassumere così i dati appena pubblicati dall’Enea, con il suo consueto report mensile, aggiornato a gennaio del 2023. Gli investimenti totali ammessi alla detrazione hanno raggiunto un dato cumulato, dall’attivazione dello sconto fiscale, di 65,2 miliardi di euro, per circa 372mila cantieri. Numeri grandissimi, ma da leggere in controluce.

Nell’ultimo mese, infatti, gli investimenti valgono circa 2,7 miliardi. Un dato basso, se confrontato con il recente passato. Nel 2022, infatti, sono stati messi a consuntivo 46,3 miliardi di investimenti attivati dal superbonus, per una media mensile vicina ai 3,9 miliardi. Ad agosto 2022, mese caratterizzato da poche spese, ci sono stati comunque quasi 3,3 miliardi di investimenti asseverati, più dell’ultimo mese. Per non parlare dei mesi record, nei quali il 110% è andato tranquillamente molto sopra quota 4 miliardi.

La frenata non arriva inattesa, ma è l’effetto del cambio di regole imbastito a fine 2022 con la legge di Bilancio e il decreto Aiuti quater. Per le spese effettuate nel 2023 il 110% non esiste più ed è stato tagliato al 90%, salvi i casi dei condomini che hanno presentato in tempo le Cilas e approvato in tempo le relative delibere. E salvi i casi delle abitazioni unifamiliari che avevano lavori in coda dal 2022 (con il 30% degli interventi effettuati al 30 settembre): dovranno completarli entro marzo, in assenza di proroghe.

Questo taglio delle percentuali, unito al blocco del mercato della cessione dei crediti, sta riducendo il raggio di azione del superbonus. I numeri dicono anche che la maxi agevolazione si sta già trasformando in un bonus condominiale. Nel 2023, infatti, lo spazio per lavori sulle unifamiliari si è notevolmente ridotto. Il dato di gennaio dice che i lavori sui condomini valgono 1,7 miliardi, mentre il restante miliardo è diviso tra unifamiliari (750 milioni circa) e unità indipendenti (300 milioni).

La media degli investimenti sulle unifamiliari nel 2022 è stata di 1,5 miliardi (il doppio di gennaio). La media degli investimenti sulle unità indipendenti nel 2022 è di 580 milioni (anche in questo caso, poco meno del doppio). I condomini, invece, nel 2022 sono arrivati a 1,7 miliardi al mese. Nel primo mese del 2023, insomma, sono gli unici ad avere resistito al calo.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©