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Superbonus, per le Cilas prende quota la proroga al 31 dicembre

Pronti due emendamenti di Fratelli d’Italia alla legge di conversione del decreto Aiuti quater. Per sbloccare i crediti si punta sugli F24

di Giuseppe Latour

Il superbonus si prepara a cambiare ancora, con due emendamenti firmati da Fratelli d’Italia. Il primo riguarderà le Cilas: l’area di salvaguardia, che consentirà di mantenere il superbonus al 110% anche per il 2023, potrebbe arrivare almeno al 31 dicembre. Il secondo riguarderà le cessioni dei crediti, utilizzando gli F24 come leva per sbloccare il mercato, come proposto da Abi e Ance.

Dopo che, nei giorni scorsi, è montato un forte pressing, anche all’interno della maggioranza, per rivedere alcune delle scelte fatte con l’articolo 9 del decreto Aiuti quater (Dl 176/2022), e dopo che, nel corso delle audizioni in commissione al Senato, sono arrivate da più parti richieste urgenti di correzione, soprattutto dal lato dello sblocco della cessione dei crediti, il Parlamento si prepara a intervenire.

Ad annunciarlo è stato il capogruppo in commissione Bilancio al Senato di Fratelli d’Italia e relatore della legge di conversione del decreto a Palazzo Madama, Guido Quintino Liris. Proprio la legge di conversione ospiterà due modifiche, sottoposte però al vaglio del Mef, inserite in altrettanti emendamenti che faranno parte del pacchetto di correzioni depositato da Fratelli d’Italia (il termine è fissato per domani alle 12).

La prima novità riguarda le Cilas, le comunicazioni di inizio lavori, essenziali per far partire gli interventi di ristrutturazione del superbonus. Il decreto Aiuti quater, insieme al taglio dal 110% al 90% dell’agevolazione per il 2023, ha previsto anche la possibilità di salvarsi da questa riduzione per i lavori collegati a una Cilas presentata entro il 25 novembre scorso. A queste situazioni continuerà ad applicarsi il 110% anche nel 2023.

Dopo il click day andato in scena il 25 novembre, con professionisti costretti a presentare Cilas a decine e uffici comunali sommersi dalle pratiche, si potrebbe aprire una nuova finestra: l’obiettivo della maggioranza è posticipare il deposito delle Cilas almeno al 31 dicembre. In questo modo, si allarga l’area dei lavori protetti dal taglio.

L’altra modifica allo studio riguarda, invece, la cessione dei crediti. Dopo la bocciatura incassata dallo spalma crediti dell’Aiuti quater (l’opzione che consente di portare il tempo di recupero dei crediti da quattro a dieci anni), prende quota l’alternativa proposta già da qualche giorno dall’Abi e dall’Ance.

Così, entrerà in un emendamento anche il meccanismo che punta a sbloccare i crediti già maturati, e rimasti incagliati, attraverso gli F24. Gli F24 presi in carico dalle banche per conto dei loro clienti dovrebbero essere pagati in parte tramite i crediti fiscali in pancia agli istituti. Questo passaggio sarebbe indifferente per chi paga, ma consentirebbe di liberare rapidamente capienza fiscale: gli F24 pesano tra i 400 e i 500 miliardi ogni anno. Ogni punto percentuale di questa operazione consentirebbe di liberare, allora, capienza per 4-5 miliardi. «La palla - conclude Liris - è al ministero dell’Economia per verificare le coperture».