I temi di NT+Superbonus

Superbonus, partita riaperta con le semplificazioni fiscali

di Marco Mobili

Neanche il tempo di chiudere definitivamente il decreto aiuti che la maggioranza è pronta a rilanciare le sue richieste con il decreto sulle semplificazioni fiscali. I correttivi depositati martedì scorso nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sfiorano quota mille (in tutto 944). Non certo pochi visto che il calendario per chiudere l’esame in commissione e in Aula a Montecitorio ha tempi stretti alla luce della pausa estiva che il Parlamento vorrebbe far partire dal prossimo 8 agosto.

Una prima scrematura arriverà con i segnalati che certamente ridurranno il numero degli emendamenti da esaminare (si stima non più di 300), ma non toglieranno dal tavolo i temi cari alla maggioranza e difficili da accogliere per l’Esecutivo. Rottamazione e pace fiscale saranno rilanciati da Lega e 5 Stelle, così come il Superbonus su cui hanno puntato non solo i pentastellati ma anche il centrodestra e il Pd. Seppure con sfumature differenti arrivano tutti a chiedere la possibilità che la necessaria diligenza dei soggetti che acquistano crediti dagli intermediari finanziari possa essere documentata con un’apposita attestazione. In sostanza con una dichiarazione rilasciata dall’intermediario finanziario lo stesso intermediario dà atto della positiva verifica documentale della sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta. Per Forza Italia la responsabilità in solido deve essere esclusa per banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dal Testo unico della finanza. Sempre per sbloccare le procedure di cessione dei crediti fiscali il Pd torna a chiedere al Governo di rivedere le modalità per annullare le comunicazioni di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito quando emergono errori. Nel mirino della maggioranza anche le certificazioni Soa per le imprese che effettuano lavori legati al 110%.

Ma a questi dossier se ne aggiungo altri che spaziano da un nuovo calendario fiscale al taglio dei microtributi fino allo stralcio di articoli del decreto presentato alle Camere dal Governo. A partire dall’articolo 7 il quale chiarisce che la dichiarazione con cui si attesta la rispondenza del contenuto economico e normativo di un contratto di locazione a canone concordato, transitorio o per studenti universitari, agli accordi definiti a livello locale, può essere fatta valere per tutti i contratti di locazione. Contro questo chiarimento, seppure su un tema non centrale negli ultimi tempi, si sono già schierati compatti Pd, Lega, Italia Viva, Leu e parte delle opposizioni.

Tutto da riscrivere, secondo la maggioranza, anche il calendario fiscale. Un tema caro a imprese e professionisti ma su cui le aperture del Governo sono sempre arrivate dopo lunghe trattative e con il contagocce. La Lega, ad esempio, prova a giocare di anticipo sulla riforma fiscale e torna a chiedere la dilazione in sei rate dei versamenti degli acconti di novembre. Possibilità già cestinata dalla Ragioneria per i problemi di cassa che potrebbe creare.

Sempre sul tax day tutti i partiti della maggioranza compatta chiedono di fissare una volta per tutte al 20 luglio di ogni anno il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte dirette e dell’Irap dovuti dalle imprese e dagli autonomi soggetti agli indici sintetici di affidabilità economica (Isa). In questo modo si eliminerebbe una volta per tutte il balletto di date e proroghe concesse o negate che caratterizza il versamento delle tasse di fine giugno.

Ci sarà battaglia, poi, anche sulla cancellazione di tasse, imposte e accise che oggi generano più complicazioni che incassi. Come chiesto da Italia Viva ad esempio si potrebbe eliminare microtributi che nell’insieme valgono poco più di 10 milioni di gettito. Si tratta delle tasse di pubblico insegnamento, quelle di istruzione superiore, l’imposta sugli spettacoli, i diritti di licenza di esercizio, l’imposta sui passeggeri di aereo taxi e l’accisa sui denaturanti. Proposta quest’ultima cara anche la Lega la quale rilancia anche l’abolizione del 770 per Pmi e autonomi, invio del modello di pagamento Imu precompilato e unico modello per il pagamento di tasse e contributi. Semplificazioni su cui però il Governo ha sempre respinto al mittente la richiesta.