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Cessione dei crediti, Enel X ferma la piattaforma per gli acquisti

Enel abbandona il progetto di costruire una piattaforma per intermediare lo scambio di crediti fiscali legati alle ristrutturazioni. La notizia, anticipata nelle scorse settimane proprio dal Sole 24 Ore (si veda il quotidiano del 16 giugno), trova ora conferme da fonti vicine a Enel. Il cambio al vertice del gruppo, maturato dopo l'annuncio dell'attivazione dello strumento, con l'arrivo di Flavio Cattaneo come amministratore delegato, è stato fatale all'iniziativa.

La piattaforma - va ricordato - era stata lanciata, in piena conversione del decreto Cessioni (il Dl n. 11/2023), lo scorso 27 marzo dal ceo di Enel X, Francesco Venturini. La soluzione era arrivata proprio quando, all'interno di quel provvedimento, non era stata inserita, nonostante le attese, nessuna misura per contribuire a disincagliare la massa di crediti fiscali rimasti fermi (circa 30 miliardi di euro, secondo le stime dell'Ance).

L'ipotesi, circolata a livello informale, era di costruire una società veicolo che avrebbe avuto il compito di acquisire crediti fiscali dalle banche, per liberare la loro capienza fiscale. Questi crediti non dovevano restare in pancia a Enel X, ma la piattaforma avrebbe dovuto ritrasferirli a terzi: soprattutto, grandi società partecipate, con capienza sufficiente a smaltirli. Questa catena di trasmissione tra banche e imprese sarebbe dovuta partire nel mese di settembre.

A metà giugno, però, è arrivata la prima doccia gelata per le imprese che speravano nel varo del nuovo strumento. L'operazione, secondo alcune indiscrezioni, era stata messa in standby con il cambio di vertice del gruppo. Al centro delle perplessità, ci sarebbe stata la maggiore attenzione a tutte le operazioni destinate a generare un aumento dell'indebitamento, anche qualora questo fosse semplicemente un fenomeno temporaneo.

In particolare, i dubbi su questi acquisti sarebbero legati ai potenziali rischi di cui la società si farebbe carico, rilevando crediti problematici. Bisogna, ad esempio, ricordare che le norme in materia di cessione dei crediti non hanno mai risolto i nodi legati agli effetti dei sequestri preventivi sui cessionari.

Allo stesso modo, le interlocuzioni con le banche potenzialmente interessate alla nascita dello strumento avrebbero incontrato molte difficoltà. Nei mesi scorsi era stato fatto soprattutto il nome di Artigiancassa, appartenente al Gruppo Bnp Paribas, come possibile società veicolo. Ma anche altri soggetti sarebbero stati sondati.

Comunque, tutto questo lavoro ora sembra arrivato a un punto morto. Adesso - spiegano fonti vicine al gruppo - Enel «sta adempiendo agli impegni assunti a suo tempo, senza attivarne di nuovi e senza ricorso a piattaforme di complessa realizzazione». In questo contesto, «ha riattivato gradualmente il processo di acquisto dei crediti fiscali dai soggetti con cui erano già in precedenza sottoscritti contratti, per i casi in cui risultino soddisfatti i requisiti richiesti dalle condizioni contrattuali e dalla normativa di riferimento».

Quindi, nel caso di accordi già sottoscritti per l'acquisto di crediti fiscali, le pratiche vengono portate avanti e regolarmente evase. Non vengono, invece, sottoscritti nuovi accordi. E, soprattutto, la piattaforma di intermediazione non è stata realizzata e non sarà realizzata nel corso dei prossimi mesi.

Intanto, non si fermano le polemiche sulle parole con le quali la premier, Giorgia Meloni ha sottolineato le irregolarità causate dal superbonus: «Lo stop improvviso al 110% nel novembre dell'anno scorso rischia di scardinare molti contratti per i quali i cantieri non sono stati ancora avviati, a causa delle difficoltà di reperimento dei materiali e per le proibitive condizioni meteo degli ultimi mesi. Per questo è necessaria una proroga per i condomini che hanno presentato la Cilas entro il 25 novembre 2022», chiedono da Cna.