Fisco

Dai bonus casa un conto di 110 miliardi per lo Stato

Rispetto alle previsioni iniziali, lo scostamento complessivo equivale a quasi 38 miliardi esclusivamente a carico di superbonus e bonus facciate

di Giuseppe Latour, Giovanni Parente

Poco più di 110 miliardi di conto complessivo per tutti i bonus edilizi. Con uno scostamento complessivo di quasi 38 miliardi, esclusivamente a carico di superbonus e bonus facciate, rispetto alle previsioni iniziali su tutti gli anni nei quali saranno utilizzati. Il dipartimento delle Finanze in audizione presso la commissione Finanze del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui crediti fiscali, avviata da Massimo Garavaglia (Lega), alza il velo sui numeri che hanno portato il Governo a scelte dolorose e impopolari sulla riduzione del 110 per cento.

Nel riprendere le cifre più recenti delle previsioni tendenziali di finanza pubblica incluse nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il direttore generale del dipartimento Finanze, Giovanni Spalletta, ha spiegato ai senatori che i contribuenti hanno beneficiato delle agevolazioni sulla casa «in misura sensibilmente superiore alle attese, con conseguenti maggiori oneri rispetto alle risorse impegnate a legislazione vigente» in occasione della loro introduzione. La stima del conto complessivo collegata a questi bonus, allora, è aumentata a circa 110 miliardi di euro «con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali».

L’impatto più pesante è legato al superbonus, che vale da solo 61,2 miliardi con una differenza di 24,65 miliardi rispetto alla stima iniziale. Mentre il bonus facciate pesa in tutto sui conti pubblici 19 miliardi (con una forbice di 13 miliardi sulle previsioni). Dunque, con la compensazione dei crediti d’imposta o con le detrazioni dei crediti d’imposta lo Stato incasserà di meno. «Per gli anni 2023-2026 - ha puntualizzato - i maggiori oneri hanno determinato un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno». C’è poi da considerare che «la stima degli oneri per il superbonus 110% potrebbe subire un ulteriore incremento, considerando gli ultimi dati pubblicati da Enea a tutto dicembre 2022».

Proprio alla fine dello scorso anno il bilancio complessivo delle sole cessioni relative ai bonus edilizi è arrivato a 58,4 miliardi di euro con importi già “spesi” in compensazione pari a 6,6 miliardi di euro. Su questo punto, però, vanno ricordate le difficoltà segnalate a più riprese dalle associazioni di categoria del settore edilizio e dai professionisti sullo stallo nella circolazione dei crediti fiscali, che rischia di avere effetti dirompenti sulla filiera delle costruzioni (si veda «Il Sole 24 Ore» del 2 febbraio). Non a caso, nel controvalore delle opzioni di cessioni comunicate sembra delinearsi un trend di rallentamento rispetto alla dinamica a fine 2021.

Tornando, però, alle cifre indicate da Spalletta, l’audizione è stata l’occasione per fare il punto sull’intero volume delle tax expenditures del sistema fiscale italiano. Ebbene, nel citare i risultati del rapporto annuale delle spese fiscali 2022, è stato evidenziato come il totale delle agevolazioni tra nazionali e locali sia arrivato a quota 740, con una crescita del 21,3% rispetto al 2016. «In modo corrispondente, l’entità della perdita di gettito complessiva nel periodo 2017-2023 registra un aumento del 43,9%, passando da 87,3 miliardi di minori entrate nel 2017 a 125,6 miliardi di minori entrate nel 2023», ha fatto notare il direttore generale delle Finanze. Anche se l’importo medio per contribuente «risulta in Italia molto contenuto rispetto agli altri Paesi». In pratica, nel nostro Paese «larga parte delle agevolazioni non presentano un carattere sistemico, ma risultano estremamente frammentate, senza rispondere, apparentemente, a criteri di razionalità o equità».

Come intervenire? «Azioni incisive di razionalizzazione delle spese fiscali - ha sostenuto Spalletta - sono innescate solo da riforme più generali che modificano principi e regole del sistema tributario». Quindi il contesto giusto per affrontare il tema della razionalizzazione potrebbe essere la delega fiscale in arrivo.

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