Condominio

Patrimoni immobiliari con la gestione di professionisti 4.0

Anaci: l’amministratore di condominio diventa manager

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di A.D’A.

Una rivoluzione anche terminologica. La tre giorni di lavori di Anaci, l’associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari, svoltasi a Trieste ha posto le basi per la nascita di una nuova figura di amministratore condominiale, mettendone in soffitta la stessa definizione, sostituita dall’amministratore del patrimonio immobiliare, marchio che Anaci ha annunciato di avere registrato.

«Il condominio non è più quello degli anni ’50 o ’70 ma neppure quello di dieci anni fa quando è intervenuta la riforma», ha precisato il presidente nazionale Francesco Burrelli, richiamando il fatto che fino al 1964 non c’erano neppure norme di costruzione stringenti come quelle sopraggiunte e pertanto ci si trova ad amministrare oggi edifici nei quali dover intervenire per garantire innanzitutto la sicurezza. «Sono cambiate le regole, è cambiata la figura stessa del gestore di quegli edifici, oggi si tratta di un tecnico formato per risolvere più di una problematica, un esperto con competenze di asset management, facility manager building, property e valutatore immobiliare, professioni a cui i giovani che Anaci sta formando guardano con interesse».

Lavori di Trieste rivolti proprio verso le nuove generazioni con la premiazione dei ragazzi tra i 18 e 25 anni che hanno frequentato il corso di formazione Anaci di 120 ore che si è tenuto in nove città italiane.

«Terminologicamente la definizione di amministratore di condominio- sottolinea Burrelli - non sembra al passo con i tempi, legata ad una figura in alcuni casi improvvisata che oggi ha lasciato il campo a professionisti sempre più completi. Gli stessi condòmini devono prendere coscienza e ricercare una figura qualificata non rivolgendosi ad amministratori che non hanno i requisiti previsti dalla normativa, non sono aggiornati, hanno poca formazione, sono senza polizza professionale. L’amministratore deve avere conoscenze normative e seguire le evoluzioni delle stesse, nella tutela dei beni comuni deve occuparsi prioritariamente del tema della sicurezza che significa anche prevenzione, pensiamo a quella antincendio, ma non solo. I lavori del 110% da ultimo sono la riprova di questo: hanno richiesto un continuo aggiornamento, uno studio quasi quotidiano per la risoluzione delle molteplici problematiche che si sono presentate e che in molti casi non sono ancora state del tutto risolte».

«Dobbiamo costruire un’intelligenza collettiva per fare in modo che il cittadino, comodamente seduto sul divano di casa, possa controllare i servizi fondamentali. La figura dell’amministratore professionista di patrimoni immobiliari sarà essenziale per gestire e valorizzare i fabbricati sempre più digitalizzati in futuro».

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