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Ape, portale unico per raccogliere le attestazioni

di Giuseppe Latour

Nasce il portale unico Enea che raccoglie gli attestati di prestazione energetica. Uno strumento per tenere sotto controllo, attraverso i dati comunicati dalle Regioni, lo stato di salute del patrimonio edilizio italiano. E pianificare, in futuro, interventi di miglioramento della sua efficienza energetica.

È questo, in estrema sintesi, Siape, acronimo che sta per Sistema informativo sugli attestati di prestazione energetica. Si tratta di un magazzino virtuale, presentato ufficialmente ieri, nel quale oggi sono contenuti e catalogati 1,7 milioni di attestati di prestazione energetica (Ape), emessi tra la fine del 2015 e il 2020. Di questi, l’85% è relativo a edifici e unità immobiliari residenziali.

«Si tratta - ha spiegato il presidente di Enea, Federico Testa - di uno strumento che consente di impostare e avviare una pianificazione strategica a livello territoriale, per individuare le aree che più necessitano di interventi di riqualificazione energetica. I benefici attesi in termini di progettazione e pianificazione degli interventi riguardano un’ampia platea di soggetti, dal settore edile, alla pubblica amministrazione, ai singoli cittadini».

Il Siape ha, in sostanza, l’obiettivo di gestire tutte le informazioni contenute negli attestati di prestazione energetica. Al momento sono collegate al sistema nove Regioni e due Province autonome. Altre tre Regioni si sono connesse da poco al sistema e ulteriori quattro hanno richiesto le credenziali di accesso. Una volta ultimata la connessione diretta con tutti i catasti energetici delle Regioni e delle Province autonome, il Siape potrà raggiungere il massimo delle sue potenzialità.

Nel portale c’è una parte aperta a tutti, nella quale cittadini, imprese e altri soggetti interessati potranno conoscere in maniera analitica la situazione del patrimonio edilizio italiano. Dal monitoraggio si scopre, ad esempio, che il 34,5% degli immobili catalogati si trova in classe G, la più bassa, mentre appena l’1,3% arriva alla classe A4, la più alta. Oppure, che una parte minima degli attestati riguarda le nuove costruzioni: appena 63mila su circa 1,5 milioni. Dati che fotografano perfettamente la situazione di un patrimonio edilizio come quello italiano, composto per la gran parte da edifici costruiti ormai molti anni fa.

In Siape c’è anche una parte chiusa, limitata a Regioni, Province autonome e Comuni che vogliano monitorare gli Ape di loro competenza. Mettendo insieme tutti questi elementi, diversi soggetti possono usare il materiale reso disponibile dall’Enea per tracciare un quadro dettagliato dello stato dell’arte della riqualificazione energetica del parco edilizio nazionale. Valutando anche l’efficacia degli incentivi attivati nel tempo.

«Con il varo del Siape si arricchisce la strumentazione a nostra disposizione per avere un quadro sullo stato di efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico e privato e sulla sua evoluzione, informazioni utili per l’attuazione e la messa a punto di politiche sempre più efficaci», conclude Mauro Mallone, direttore della Divisione efficienza energetica del ministero dello Sviluppo economico.

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