Fisco

Bollette: taglio Iva e bonus confermati Oneri azzerati sul gas

 Arriva la proroga di parte delle misure di alleggerimento

di Celestina Dominelli, Gianni Trovati

Quattro articoli per confermare, anche nel secondo trimestre dell’anno, una parte delle misure di alleggerimento delle bollette di famiglie e imprese e per gettare le basi di un nuovo contributo che scatterà da ottobre e che ammortizzerà le spese per il riscaldamento qualora il prezzo del gas superi una certa soglia. Sono questi gli assi principali del nuovo decreto bollette approvato ieri in Consiglio dei ministri con una dote di 4,9 miliardi. Resta, invece, fuori la norma che va incontro ai Comuni usciti dal dissesto e che entrerà nel Dl assunzioni atteso al prossimo Cdm.

Il provvedimento conferma innanzitutto, anche per i prossimi tre mesi, il potenziamento del bonus sociale, lo sconto in bolletta per le famiglie in condizioni di disagio economico e fisico. Spetterà all’Arera, al pari di quanto accaduto nel primo trimestre, fissare l’importo degli assegni integrativi in modo che, come già stabilito dalla manovra, i nuclei con Isee non superiore a 9.530 euro (o inferiore a 20mila euro per le famiglie numerose, quelle con almeno 4 figli a carico) o titolari di reddito o pensione di cittadinanza percepiranno una compensazione piena, mentre coloro che hanno un Isee tra 9.530 e 15mila euro (nuovo tetto fissato per l’accesso al bonus per tutto il 2023 sempre dall’ultima legge di bilancio) riceveranno l’agevolazione nella misura ridotta dell’80% rispetto alla componente integrativa.

Le famiglie potranno poi beneficiare della conferma del taglio dell’Iva al 5%, che resta in pista anche nel secondo trimestre sia per gli usi civili che per quelli industriali (e che, similmente a quanto già disposto dalla manovra, varrà anche per le forniture di servizi di teleriscaldamento e le somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia).

Quanto alle altre misure in vigore fino al 31 marzo , il governo ha deciso di confermare, solo per il mese di aprile, le aliquote negative della componente UG2 (che copre i costi di commercializzazione) che replicano il primo intervento fatto nel secondo trimestre e che saranno applicate per gli scaglioni di consumo fino a 5mila metri cubi l’anno, ma in misura ridotta: il 35% del valore applicato nel trimestre precedente. Obiettivo: far sì che questo tipo di aiuti cominci progressivamente a uscire dalla bolletta. Restano, poi, azzerati gli oneri generali per la parte gas. Mentre le voci parafiscali nella fattura elettrica saranno ripristinati a partire dalla prossima bolletta (l’aggiornamento dell’Arera che quantificherà anche gli effetti di questo “ritorno” è atteso domani pomeriggio a Borsa chiusa, mentre la comunicazione per il gas sarà diffusa martedì prossimo).

Fin qui le misure che rimarranno in pista per il prossimo trimestre. Il Dl stabilisce, poi, la cornice di un nuovo contributo (ribattezzato “bonus famiglia” dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti) che partirà da ottobre e che sarà erogato a tutti - eccezion fatta per chi riceve già il bonus sociale - in quota fissa e in misura differenziata a seconda della zona climatica (con importo crescente per le zone più fredde come accade per il bonus gas) se l’asticella del prezzo del gas supererà una certa soglia.

Sul fronte delle imprese, viene mantenuto lo schema dei crediti d’imposta differenziati per tipologia: le aziende potranno continuare a beneficiare fino al 30 giugno, fanno sapere dal Mef, «dei crediti d’imposta al 40% (per i non energivori, per i quali l’aliquota era pari al 35% nel primo trimestre, ndr) e al 45% (energivori, gasivori e non gasivori, con percentuali immutate rispetto ai crediti attuali, ndr) se nel primo trimestre del 2023 hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas superiore al 30% rispetto al primo trimestre del 2019». Percentuali tutte da confermare nel testo bollinato atteso oggi in Gazzetta Ufficiale.

Nel Dl compare infine un correttivo alla nuova tassa 2023 sugli extraprofitti delle società energetiche: la norma consente di eliminare dal computo, e fino a un massimo del 30% , le riserve disponibili in sospensione di imposta che rientrano nella base imponibile 2022 , ma che sono state generate in passato e che quindi non fanno parte di quell’utile connesso agli “extraguadagni”, su cui si concentra la normativa del 2022.

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