Condominio, “disagi” e “fastidi” non fanno scattare il reato di stalking
Non scatta il reato di atti persecutori per un insieme di condotte descritte come “idonee a cagionare una continua fonte di disturbo, disagio, fastidio”. Serve infatti “quello specifico stato d’ansia grave, anche sotto il profilo della idoneità a compromettere la libertà psichica della persona offesa”, che la norma incriminatrice esplicitamente richiede. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sentenza n. 39675 depositata oggi, accogliendo con rinvio il ricorso di una donna condannata per stalking...