Gestione Affitti

Cresce il mercato immobiliare (+3.5%) e gli italiani puntano tutto sulla casa green

Gli ultimi dati di Fiaip, Enea e I-Com evidenziano un incremento notevole dei livelli di compravendita e un progressivo interesse per abitazioni sempre meno energivore

di Redazione

Per gli Italiani la casa continua a essere bene rifugio per eccellenza e l’investimento immobiliare lo strumento più sicuro per la tutela dei risparmi. A confermarlo sono stati i dati del report curato dall’Osservatorio immobiliare nazionale Fiaip, evidenziando come nel 2022 si siano riscontrati livelli di compravendita che non si registravano da oltre vent’anni (+ 3.5 per cento rispetto al 2021). Sul fronte dei valori di mercato, il quadro risulta abbastanza stazionario, salvo incrementi nelle grandi città (+5/10 per cento), determinati da una domanda sostanzialmente alta al netto di un’offerta che, invece, tende a ridursi, sia in relazione alla vendita che all’affitto. Differente, invece, il discorso per gli immobili con uso diverso da quello abitativo: il trend delle compravendite (0.5 per cento in più per i negozi, 0.1 e 0.3 per cento in meno per uffici e capannoni) e dei prezzi (+0.2 per cento per i negozi, + 0.1 per cento per gli uffici e – 0.8 per cento per i capannoni) non si discosta da quello rilevato nel 2021.

Efficienza energetica in primo piano

Ma non è tutto. Ad accompagnare il report, presentato mercoledì 15 marzo a Roma da Francesco La Commare, presidente del centro studi Fiaip, Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di efficienza energetica, Franco D’Amore, vicepresidente I-Com (Istituto per la competitività) e Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip, c’era anche un Focus sull’efficienza energetica nel settore immobiliare, realizzato da Enea e I-Com. Un’analisi dettagliata da cui è emerso che il 70 per cento degli immobili nuovi rientra nelle prime due classi energetiche (A e B), mentre rispetto al 2021 sono cresciuti del 10 per cento quelli ristrutturati nelle migliori classi energetiche. Non solo: il 56 per cento di un campione di circa 600 agenti immobiliari intervistati ritiene che, nell’acquisto di un’unità immobiliare, ci sia la giusta consapevolezza del valore dell’efficienza energetica, mentre il 58 per cento ritiene che l’Ape (Attestato di prestazione energetica) aiuti a direzionare le scelte degli utenti verso immobili di migliore qualità energetica. Infine, per il 57 per cento degli intervistati il Superbonus 110% ha contribuito a innescare la dinamicità virtuosa del mercato immobiliare.

Un futuro promettente

Sebbene il mismatch tra la richiesta del pubblico e la disponibilità delle proprietà continui a gravare sul settore, lo scenario futuro sembra promettere bene. «Il mercato immobiliare si conferma in significativa crescita nel 2022 con valori di mercato in rialzo nei grandi centri urbani», ha sottolineato il presidente La Commare. «Preoccupa la scarsità dell’offerta di case da vendere e da affittare soprattutto nelle città universitarie e a forte vocazione turistica che potrà determinare un ulteriore rialzo dei prezzi, ma le prospettive per il 2023 rimangono positive principalmente in virtù di una ritrovata convenienza delle banche a concedere mutui unitamente all’ingente liquidità accumulata dalle famiglie italiane che stimoleranno l’investimento immobiliare non solo orientato all’acquisto della prima casa ma anche finalizzato alla redditività da locazione».

Meno spese energetiche, più valore alla proprietà

Gli obiettivi e i tempi scanditi dalle politiche ambientali impongono, ovviamente, un rapido cambio di passo in termini di costruzione e ristrutturazione degli edifici e degli spazi abitativi. «Tutto questo richiederà una nuova prospettiva nella quale l’efficienza energetica degli immobili dovrà essere vista come investimento per accrescere il valore delle proprietà e conservare, tramite la riduzione delle spese energetiche, il proprio potere d’acquisto», ha precisato il vicepresidente D’Amore. Che, nel suo intervento, ha evidenziato l’importanza di accompagnare e supportare il processo per non ampliare il gap sociale tra cittadini: «L’ingenza delle risorse necessarie richiederà la messa a punto di strumenti di natura finanziaria che consentano di attivare un ciclo virtuoso di investimenti che potranno ripagarsi nel tempo coi risparmi ottenuti, superando la logica dell’incentivo che, alla lunga, non è più sostenibile».

Il ruolo dell’Enea

In questo solco, l’efficientamento energetico rimane il primo punto della check list. «La centralità del settore civile nei consumi energetici finali del nostro Paese impone un’azione capillare e decisa di efficientamento energetico dello stock immobiliare italiano», ha aggiunto Bertini, direttrice del Dipartimento Enea di Efficienza energetica. «L’Enea è da sempre al fianco delle istituzioni nazionali e locali per offrire il proprio contributo tecnico scientifico e indirizzare al meglio le politiche di sostegno allo sviluppo dell’efficienza energetica nel settore residenziale». Ecco perché, negli ultimi anni, l’ente ha attivato una serie di servizi e iniziative: il Portale nazionale sulla prestazione energetica degli edifici, che «offre anche al singolo cittadino elementi utili per orientarsi sulle opportunità di investimento per il proprio immobile» e il Programma nazionale di informazione e formazione dell’efficienza energetica ‘Italia in Classe A', che «farà da volano per intercettare la domanda di innovazione sociale generata dalle politiche per la sostenibilità».

Il fascino della casa green

Infine, sul tema del crescente appeal della casa green, è impossibile non dare il merito, oltre a una maggiore sensibilizzazione sul tema, ai rincari energetici e agli incentivi fiscali. Come dichiarato dal presidente Baccarini: «Cresce il desiderio degli Italiani di possedere una casa più efficientata energeticamente e più consolidata sismicamente così come cresce la consapevolezza dell’importanza di acquistare un immobile meno energivoro, confermando il graduale, seppur lento, processo di transizione green». Un processo virtuoso che, a detta di Baccarini, rischia seriamente di «essere rallentato sia dalla repentina eliminazione dello sconto in fattura sia dall’attuale formulazione della Direttiva energetica Ue che, se non sarà corretta, determinerà effetti devastanti sul mercato immobiliare e sull’economia del Paese, svalutando gran parte degli immobili con impoverimento delle famiglie e indebolimento della più importante garanzia del debito pubblico nazionale, il valore della proprietà immobiliare diffusa».

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