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Il 42% dei bonus sono per la casa: strada in salita per la revisione

di Gi. L.

La partita della revisione del superbonus e degli altri bonus edilizi si incrocia con il riordino delle tax expenditures (ri)promesso questa volta dalla delega fiscale. Un’operazione che si preannuncia non certo semplice e che si baserà su una doppia ricognizione: da un lato, la nuova versione della relazione annuale che sarà allegata alla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (la Nadef); dall’altro, la fotografia normativa dell’esistente con i Testi unici previsti dalla delega, uno dei quali riguarderà proprio le agevolazioni. Una vera e propria giungla, che tra misure nazionali e locali arriva a contare ben 740 tra esenzioni, crediti d’imposta, deduzioni e detrazioni. Solo contando quelle erariali (626) l’importo stimabile – come sottolineato dall’ultimo rapporto dell’ufficio valutazione d’impatto (Uvi) del Senato – ammonta a 82 miliardi di euro, pari al 4% del Pil (si veda «Il Sole 24 Ore» del 20 luglio e del 18 agosto). Una fortissima concentrazione delle agevolazioni riguarda il settore casa e assetto urbanistico, che drena circa 34,3 miliardi di euro: si tratta di quasi il 42% della somma complessiva dei benefici fiscali.

Come anticipato, la delega (legge 111/2023) mette nuovamente in agenda l’ipotesi di un riordino delle tax expenditures. Un’operazione tutt’altro che semplice, perché la selettività tra i bonus richiede tempi lunghi e criteri certi da seguire mentre l’ipotesi di un abbassamento del tetto di reddito (sulla falsariga di quanto già fatto dalla manovra 2020) rischia di trasformarsi in un aumento della tassazione sul ceto medio. In ogni caso, tra i criteri che la delega ha chiesto al Governo di rispettare nell’opera di sfoltimento e razionalizzazione dei bonus ci sono il miglioramento dell’efficienza energetica, della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente, della rigenerazione urbana della e «rifunzionalizzazione edilizia», soppesando anche le esigenze di salvaguardia dei beni culturali vincolati. In questo senso, quindi, c’è il riconoscimento che un premio o uno sconto vada ancora riconosciuto per quegli interventi edilizi tesi a massimizzare il risparmio energetico o la riqualificazione degli edifici. Inoltre, il passaggio parlamentare ha introdotto anche una tutela per le misure finalizzate a incentivare le polizze contro il rischio di eventi calamitosi. Tutela che potrà materializzarsi solo senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Ma non è tutto, perché la delega, che ha ottenuto l’ok di Camera e Senato, ha anche rivisto il perimetro che la “protezione” del bene casa avrà nell’ambito della revisione delle agevolazioni e del sistema dell’Irpef: protezione destinata a riguardare tanto il bene in proprietà quanto quello in locazione.

Una serie di vincoli che aumentano (e non poco) il rompicapo per sfrondare tutte le agevolazioni stratificatesi nel tempo.