Condominio

La querela per il reato di appropriazione indebita è valida anche se proposta da pochi condòmini

L'efficacia non dipende da una formula sacramentale ma è sufficiente che risulti la volontà inequivoca di perseguire penalmente il colpevole di un fatto

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di Giulio Benedetti

Il reato di appropriazione indebita condominiale è procedibile a seguito della querela presentata dall'amministratore entrante a tal fine autorizzato dall'assemblea. Tale condizione di procedibilità non è soggetta a formule sacramentali, ma è sufficiente che indichi la volontà del condominio di perseguire l'amministratore per il reato dell'articolo 646 Codice penale.

La Cassazione ( sentenze 41 e 48 del 2022 ) ha stabilito detto principio in due casi:
- nel primo l'amministratore condominiale era stato condannato perché si era appropriato di somme versate dai condòmini per le spese della gestione dell'immobile. La condannata negava la qualifica di querela della denuncia dei condòmini, perché in essa non era indicata la richiesta di punibilità e del responsabile della condotta e perché la stessa era tardiva. Inoltre, la ricorrente lamentava la mancata ammissione di una perizia contabile;
- nel secondo l'amministratore, condannato per appropriazione indebita in danno del condominio, lamentava la tardività della presentazione della querela.

I contenuti delle pronunce

La Cassazione dichiarava inammissibili i due ricorsi e condannava i ricorrenti al pagamento di euro 3.000 a favore della cassa delle ammende in quanto riproponevano, in sede di legittimità, questioni che attenevano ai giudizi di merito ed erano già stati trattati dai rispettivi giudici. Inoltre, la Cassazione sosteneva, sulla base della sua giurisprudenza, per cui l'efficacia della querela non dipende da una formula sacramentale, ma è sufficiente che risulti la volontà inequivoca di volere perseguire penalmente il colpevole del fatto lamentato. La richiesta di una perizia contabile non è accoglibile, poiché la rinnovazione dell'istruttoria nel giudizio di appello ha carattere eccezionale al quale può essere fatto ricorso solo se il giudice ritiene di non potere decidere allo stato dei fatti.

Il termine per proporre querela

Inoltre, la Cassazione sostiene che il termine per proporre la querela decorre dalla conoscenza completa, precisa e certa del fatto che costituisce reato e non già dalla sua commissione ed è il querelato a dovere dimostrare il decorso di tale termine. La querela non necessita della delibera assembleare che autorizzi l'amministratore alla sua presentazione, poiché può essere proposta da pochi condòmini. È il principio di diritto affermato dalla Cassazione (sentenza 31252/2022) che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un amministratore avverso la sentenza che lo aveva condannato per il reato di appropriazione indebita. Il condannato sosteneva che la querela, proposta solo da 7 condòmini su un totale di 51, fosse invalida, poiché non era stata preceduta da uno specifico incarico conferito all'amministratore.

La querela presentata da un solo condomino

La Cassazione ha stabilito la giustizia della sentenza di condanna, in quanto era conforme alla giurisprudenza di legittimità (Sezioni unite 10934/2019; Sezioni unite 19963/2014) per cui il singolo condòmino è legittimato alla proposizione della querela, anche in via concorrente o surrogatoria rispetto all'amministratore di condominio, per i reati commessi in danno del patrimonio comune (Cassazione 45902/2021). Altra sentenza (6594/2020, non massimata) ha stabilito la validità di una querela presentata da un condòmino in relazione ad un caso di appropriazione indebita dell'amministratore del denaro versato dai condòmini per il pagamento delle spese comuni (conforme Cassazione 49392/2019).

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