La querela può essere proposta validamente dall'amministratore o anche da un solo condomino
Questo perchè manca una norma nel nostro ordinamento che investa esplicitamente ed esclusivamente il condominio e il suo amministratore del potere di difendere le parti comuni
Nella sentenza in commento (Cassazione penale 31252/2022) la Suprema corte si occupa del tema, ormai divenuto un vero topos della materia, dell'esercizio del diritto di querela per reati commessi in danno dei beni comuni di un condominio. La Cassazione rafforza il recente orientamento, ribadito in diverse sentenze aventi ad oggetto anche tipologie differenti di reati, per il quale il singolo condomino è legittimato alla proposizione della querela, anche in via concorrente o eventualmente surrogatoria rispetto all’amministratore del condominio, per i reati commessi in danno del patrimonio comune (Tra le molte Cassazione 45902/2021).
I fatti di causa
Nel caso in esame, all'imputata veniva contestato il delitto di appropriazione indebita in quanto, nella sua qualità di amministratrice di un condominio milanese, si appropriava dei proventi delle rate condominiali relative alla gestione del predetto condominio, potendo liberamente operare sul conto corrente intestato al condominio.Sfruttando i poteri connessi all'attività di amministrazione, l'imputata distraeva un importo pari ad euro 27.608,49, in favore di beneficiari estranei ai fornitori del condominio.Nel caso oggetto della sentenza in commento, la querela era stata avanzata da sette dei cinquantuno condòmini.
Nel suo ricorso, l'imputata aveva lamentato la mancata pronuncia di improcedibilità da parte dei giudici di prime cure, asserendo come la querela era invalida in quanto proposta da soggetti non legittimati, giacché la valida proposizione dell’istanza di punizione da parte di un condominio presuppone uno specifico incarico conferito all’amministratore dall’assemblea condominiale.
La decisione della Suprema corte
Ebbene, la Cassazione ha rigettato il ricorso, qualificando come perfettamente valida la querela avanzata dai setti condòmini. Il fondamento della pronuncia in commento riguarda la configurazione dei poteri dell'amministratore di condominio. Ed infatti, secondo la Cassazione, manca una norma nel nostro ordinamento che investa esplicitamente ed esclusivamente il condominio e il suo amministratore del potere di difendere le parti comuni. Di conseguenza, i singoli condòmini sono legittimati a proporre querela in via concorrente o, eventualmente, surrogatoria rispetto all'amministratore di condominio per reati commessi in danno del patrimonio comune.
In sintesi, in caso di reati contro i beni comuni di un condominio, la querela sarà validamente avanzata se sporta anche soltanto da un singolo condomino o dall'amministratore di condominio, previo, in quest'ultimo caso, conferimento di un incarico dall'assemblea condominiale.La pronuncia in commento ha il pregio di consolidare un orientamento ormai granitico della Cassazione in tema di esercizio del diritto di querela per reati avverso il patrimonio comune, assicurando, al tempo stesso, la massima tutela ai medesimi beni.
Azione valida anche se proposta da un solo condomino
Ed invero, la Cassazione, coi principi espressi, consente anche soltanto ad un singolo condomino di richiedere la tutela penale per un bene comune. Si pensi, ad esempio, proprio ai casi, molto frequenti, di appropriazione indebita di somme condominiali da parte dell'amministratore di condominio. Consentire anche al singolo condominio, o ad un gruppo di condòmini, di avanzare querela permette un notevole risparmio di tempo e di risorse, ancor di più in fasi della dinamica condominiali di tensione con l'amministratore in carica.Infine, la pronuncia in commento si pone in linea di continuità con la giurisprudenza civile che nega una autonoma personalità giuridica in capo al condominio, così contribuendo a costruire un quadro armonico dei principi in materia condominiale.