Lavori del superbonus, i rischi della fretta: opere difettose, danni e contenziosi
di Maria Chiara Voci

Il contenzioso sul 110% non viaggia soltanto intorno ai ritardi o alle mancate esecuzioni dei cantieri. Sul banco degli imputati c’è anche la cattiva qualità delle opere realizzate, con effetti che saranno più visibili sul lungo termine. Premessa: la questione è annosa e affligge tutta l’edilizia, non nello specifico il superbonus. Anzi, lo scoglio dell’asseverazione necessaria a ottenere l’incentivo rende questo procedimento più garantito rispetto all’ordinario.
Ma la fretta del rush finale, unita alla lente di ingrandimento dei controlli, sta facendo emergere diversi problemi. Che, dove l’iter funziona, rallentano ulteriormente i lavori.
Da Nord a Sud, le questioni riguardano in primis la posa degli isolamenti. La penuria di materiali favorisce l’impiego di componenti di minore qualità o privi di certificazioni; la progettazione tralascia gli elementi di dettaglio, inducendo le imprese a trovare all’ultimo soluzioni sul campo; si “tagliano” i tempi tecnici fra una lavorazione e l’altra; la carenza di manodopera si traduce – nella catena del subappalto – nel coinvolgimento di posatori non certificati o esperti. Ogni errore è un potenziale vizio futuro per l’immobile.
L’affanno
«Stiamo correndo troppo – afferma Fabrizio Capaccioli, Ad di Asacert e da poche settimane nuovo presidente del Green Building Council Italia, associazione no-profit che gestisce iter di certificazione energetico-ambientali, compreso lo standard Leed –. La qualità dell’operato sarà il vero problema. Non solo come presidente di Gbc, ma anche come imprenditore attivo nel settore delle ispezioni, sono testimone di una crescita di situazioni di irregolarità. Le progettazioni e realizzazioni sono sempre più rapide e, pur di chiudere nei tempi, si finisce per trascurare particolari strategici per il risultato finale. Soprattutto sul fronte dei materiali, si sono abbassate le verifiche. Il rischio, per la committenza, è elevato. Se sull’esecuzione dei lavori le imprese sono assicurate da polizze di rimpiazzo e posa in opera, l’assicurazione non copre eventuali difetti di prodotto. In tutti i casi di contenzioso, risalire alla effettiva responsabilità sarà tutt’altro che semplice».
Realizzare ad arte un cappotto significa conoscere il comportamento dei vari materiali che lo compongono, uno in relazione all’altro. «Si parla non a caso di sistema – spiega Alessandro Panzeri, responsabile ricerca e sviluppo di Anit – le cui componenti, oltre a disporre singolarmente delle certificazioni di legge, vengono sottoposte a valutazione tecnica complessiva, producendo un documento Eta, che contiene le prestazioni di un prodotto da costruzione, in questo caso il sistema cappotto. Il tutto serve a offrire maggiori garanzie sulle prestazioni e la durabilità del sistema stesso, a prevenire scollamenti, crepe o altri difetti più o meno gravi per l’immobile».
Figura centrale del processo, ma spesso poco considerata e valorizzata, è il direttore dei lavori: se questo professionista è scrupoloso, attento e presente con costanza in cantiere può fare la differenza. Al direttore lavori spetta la verifica della rispondenza del progetto alla legislazione e normativa tecnica e la verifica e l’approfondimento di dettagli esecutivi, come i nodi di posa dei serramenti o la rispondenza dei materiali alle certificazioni di prodotto e sistema. «Le competenze tecniche di un direttore lavori – spiega Enrico Baschieri, progettista e fondatore dello studio Ecodesign – portano spesso a fare valutazioni che superano la norma. Non basta, ad esempio, chiedere l’Eta, ma in casi di ambiguità vanno esaminate le prove eseguite a supporto delle dichiarazioni di prestazione dei prodotti. Da Codice civile, chi svolge questo ruolo deve verificare e accettare i materiali e, per quanto non ancora obbligatorio, dovrebbe chiedere che i posatori dei sistemi a cappotto e dei serramenti abbiano fatto dei corsi di formazione o, nel caso dei serramentisti, che almeno il caposquadra sia certificato a norma Uni 11673».
Le responsabilità
A lanciare un’allerta è anche chi, come legale, sta iniziando a trovarsi di fronte a controversie. «Il numero di figure coinvolte in un cantiere rende delicata la valutazione nel merito della responsabilità dei difetti tecnici – spiega Federico Salvo, consulente dello studio legale torinese Galilex –. Laddove non si arriverà ad accordi preliminari, si profilano cause annose, in cui i legali delle parti e delle rispettive assicurazioni si rimpalleranno le colpe a danno del committente».
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