Se manca l’acqua a un condomino l’autoclave va autorizzata ma verificandone la fattibilità concreta
Va valutata la materiale possibilità d’installare l’autoclave nel locale comune, su richiesta di uno dei condòmini che lamenti l’insufficiente approvvigionamento idrico al proprio alloggio
Va valutata la materiale possibilità d'installare l'autoclave nel locale comune, su richiesta di uno dei condòmini che lamenti l'insufficiente approvvigionamento idrico al proprio alloggio, considerando il pregiudizio alle esigenze della sua vita quotidiana nonché a quelle di igiene e sicurezza che dovrebbero teoricamente interessare l'intera collettività. Lo scrive il Tribunale di Chieti con sentenza non definitiva n. 241 del 12 aprile 2021.
È un proprietario ad accendere la lite chiamando in causa il condominio. Era ormai cronica, lamenta, la carenza di acqua potabile e nelle ore notturne l'afflusso veniva addirittura a mancare. Ciò nonostante, non era riuscito ancora a farsi autorizzare ad installare con spese a proprio carico l'autoclave – peraltro idonea ad un eventuale successivo allaccio per gli altri partecipanti – nell'area comune. Decisione, quella di negargli il via, formalizzata con deliberazione che impugna; in via separata, prima chiede l'autorizzazione all'installazione dell'autoclave e poi muta la domanda auspicando in un ordine d'installazione da parte del giudice.
La sentenza
Il Tribunale annulla la delibera ma non chiude definitivamente la controversia perché dispone una consulenza tecnica d'ufficio tesa ad accertare la concreta possibilità di eseguire quell'istallazione. I testimoni ascoltati, premette, avevano confermato l'inidoneo afflusso idrico nell'abitazione dell'uomo con sicuro nocumento alle sue esigenze di vita e connesso pregiudizio agli standard di igiene e sicurezza che avrebbero dovuto coinvolgere l'intera compagine condominiale. Evidente, anche il diniego del condominio ad eseguire i lavori opposto nel corso della stessa assemblea in cui aveva approvato la predisposizione di impianto di videocitofono per ragioni di tutela della sicurezza.
La deliberazione impugnata, quindi, andava annullata ma la questione necessitava di ulteriori indagini. Il Tribunale di Chieti, pertanto, rimette la contesa in istruttoria al fine di addivenire a conclusioni effettive sulla materiale possibilità d'installare l'autoclave su un'area condominiale seppur a servizio di un solo condomino che comunque ne sopporterebbe integralmente i costi.