Condominio

Case, anche i prezzi rallentano dopo la gelata sulle transazioni

di Paola Dezza

È un calo previsto quello che ha gelato il mercato immobiliare nei giorni scorsi sotto il profilo delle compravendite di case, prontamente seguito ieri dalla pubblicazione dell’indice dei prezzi. I due dati, il primo relativo all’Osservatorio dell’agenzia delle Entrate che ha registrato un calo del 16% nelle transazioni residenziali e il secondo, il dato Istat sulle quotazioni al mq delle abitazioni, riguardano tutti e due il periodo aprile-giugno 2023. Viaggiano in direzioni opposte ma l’aumento dei valori immobiliari in media è poca cosa: +2% rispetto al trimestre precedente e +0,7% sullo stesso periodo del 2022 (era +1% nel primo trimestre 2023). Un lieve aumento dovuto sia ai prezzi delle abitazioni nuove, cresciuti dello 0,5% su base annua, in forte rallentamento rispetto al trimestre precedente (era +5,3%), sia a quelli delle abitazioni esistenti, che salgono dello 0,8% (in lieve accelerazione dal +0,3% del primo trimestre). Ma sul territorio i valori seguono percorsi diversi. Secondo Istat i prezzi delle case viaggiano in crescita al Nord, dove spicca Milano (+7,1%), seguita da Torino (+4,1%) e in flessione al Centro e nel Sud e Isole. A Roma, infatti, spetta la crescita più contenuta, pari allo 0,6%, in decelerazione dal +1,9% del trimestre precedente.

Nel secondo trimestre 2023, nel residenziale, sono state vendute 184mila abitazioni, circa 35mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. «A livello nazionale, le compravendite diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo, -17,2% (circa 12 mila abitazioni scambiate in meno rispetto al secondo trimestre 2022), ma subiscono una decisa flessione anche nei comuni minori, -15,4%» si legge nell’Osservatorio delle Entrate. Il dato è lievemente peggiore nelle otto principali città italiane per popolazione, che evidenziano una variazione tendenziale annua negativa del 16,4%. La variazione è negativa per tutte le città, con Bologna e Roma che mostrano i cali più elevati, -22,8% e -21,5% rispettivamente. Milano registra una diminuzione del 17,1 per cento. A pesare sono i tassi di interesse che rendono dispendiose le rate dei mutui.

Caldo anche l’autunno degli affitti, segmento che nell’ultimo anno ha visto ancora salire i canoni e risente della domanda sempre più corposa, dovuta anche al rientro nelle grandi città di studenti fuori sede e lavoratori dopo il Covid, e di un’offerta sempre più esigua dato che molti appartamenti vengono spostati nel circuito degli affitti brevi, più remunerativo e più tutelato rispetto alla morosità.

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