Gestione Affitti

Cedolare secca su immobili commerciali, lettera congiunta di Appc, Confabitare e Unioncasa

Si propone la cedolare secca (magari al 10% in talune aree svantaggiate) e una riduzione dell'Imu a fronte però di contratti concordati sul modello di quelli previsti per il settore abitativo

Lettera ai parlamentari della commissione Finanze della Camera sulla cedolare secca su canoni locazioni non abitative. I sottoscritti sono i presidenti Vincenzo Vecchio per Appc, Alberto Zanni per Confabitare e Flavio Sanvito per Unioncasa. I tre prendono atto è in scadenza giovedì 25 maggio il deposito degli emendamenti in relazione anche alla ipotesi di cedolare secca per gli immobili commerciali. Nel disegno di legge del Governo si prevede «la possibilità di estendere il regime della cedolare secca alle locazioni di immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo» (articolo 5, comma 1, lettera c).

Misura sicuramente nell'interesse e a vantaggio della proprietà immobiliare, si legge nella lettera, soprattutto delle persone fisiche che hanno redditi medio alti, ma che lascia fuori la platea dei soggetti proprietari di immobili con redditi diversi. La mole di risorse impiegate e la platea dei soggetti interessati nel disegno di legge non è definita.Nel merito riteniamo - scrivono i presidenti - che una ipotesi di applicazione di vantaggio fiscale debba avere una platea di fruitori generalizzata e rispondere ad interessi generali della collettività, quali sicuramente sono il favorire la locazione delle unità immobiliari sfitte.L'esperienza dei canoni concordati utilizzati per gli immobili abitativi ha dato risultati positivi immettendo sul mercato immobili che ne erano rimasti ai margini.

Si chiede che l'ipotesi di cedolare secca per le locazioni commerciali preveda anche la riduzione dell'Imu e che sia applicabile alle locazioni i cui contratti rispettino degli accordi territoriali concordati tra le associazioni della proprietà, dei conduttori e delle imprese commerciali. Occorrerà che le nuove tipologie contrattuali possano consentire delle deroghe alla legge 392/78, ormai per molti versi superata, sia con riferimento alla durata che alle situazioni di locazioni transitorie, richiamando quanto già fatto per le locazioni abitative con gli accordi territoriali e i contratti concordati.

Nel contempo Appc, Confabitare e Unioncasa manifestano il proprio disappunto nell'apprendere che il governo in modo incomprensibile ed ingiustificato, le ha escluse dalle convocazioni che hanno ad oggetto l'esame di problematiche riferite alla proprietà immobiliare. Si ricorda infatti all'esecutivo che le scriventi associazioni sono tra quelle maggiormente rappresentative a livello nazionale e hanno sottoscritto gli accordi ministeriali sui canoni concordati ad uso abitativo.

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