Il punto sulle agevolazioni fiscali della PPC
I recentissimi pronunciamenti della Corte di cassazione in tema di agevolazioni fiscali sulla piccola proprietà contadina (PPC), come per esempio l’ordinanza n. 20000/2025 che ha rinverdito il principio di diritto enunciato sui benefici in ordine a un caso di affitto tra due società, ci offrono l’opportunità di fare un sostanziale punto sul trattamento tributario di favore previsto per i coltivatori diretti (CD) e gli imprenditori agricoli professionali (IAP persone fisiche o società).
Quadro normativo di riferimento
L’art. 2, comma 4-bis, del D.L. 194/2009 (convertito dalla legge 25/2010) ha stabilito fra l’altro che, al fine di assicurare le agevolazioni fiscali per la PPC, a decorrere dal 28 febbraio 2010 (entrata in vigore della legge 25/2020):
- gli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni e relative pertinenze, qualificati agricoli in base a strumenti urbanistici vigenti, posti in essere a favore di coltivatori diretti (CD) ed imprenditori agricoli professionali (IAP persone fisiche o società), iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale (tenuta presso l’Inps), sono assoggettati alle imposte di registro e ipotecaria nella misura fissa e all’imposta catastale nella misura dell’1%;
- le stesse agevolazioni si applicano altresì agli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni agricoli e relative pertinenze, posti in essere a favore di proprietari di masi chiusi, di cui alla legge della provincia autonoma di Bolzano n. 17/2001, da loro abitualmente coltivati (cfr. art. 1, comma 906, della legge 208/2015).
Tali soggetti decadono dalle predette agevolazioni fiscali se, prima che siano trascorsi cinque anni dalla stipula degli atti, alienano volontariamente i terreni ovvero cessano di coltivarli o di condurli direttamente. Sono fatte salve le disposizioni di cui all’art...
I punti chiave
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