Condominio

In condominio sempre più B&B, portinerie trasformate in concierge

Il 9 maggio il Tar si pronuncerà sullo stop agli esercizi in area Unesco. Il proliferare delle strutture obbliga gli amministratori a nuovi compiti. Problematiche diverse città per città, ma univoche richieste di regole certe

di Annarita D'Ambrosio

Desertificazione dei centri storici. La scelta di Firenze che il 3 ottobre 2023 con la delibera a modifica del Regolamento urbanistico (articolo 32, della legge regionale 65/2014), ha imposto lo stop all’avvio di nuove locazioni turistiche all’interno dell’area perimetrale Unesco, ha scatenato un dibattito serrato, con gli occhi puntati sul 9 maggio prossimo quando il Tar toscano si pronuncerà sui sei ricorsi presentati contro il contenuto di quella delibera che il sindaco Nardella motivò dati alla mano: nel 2016 c’erano a Firenze poco meno di 6.000 appartamenti inseriti su Airbnb, oggi ce ne sono più di 14mila.

«Più che di desertficazione sarebbe corretto parlare di trasformazione dei centri storici » ci dice Francesco Bechi, presidente Federalberghi Firenze, secondo il quale «la fuoriuscita dei residenti è da imputare a più di un fattore, in primis a scelte urbanistiche e economiche che hanno portato al trasferimento delle funzioni dal centro verso le periferie (dalle università agli istituti di credito, alle strutture amministrative). È innegabile che le locazioni turistiche rappresentino una spinta fortissima all’allontanamento dei residenti, per la carenza di soluzioni abitative e l’aumento dei canoni di locazione. Un fenomeno che va assolutamente governato. Se Firenze però vuole puntare sulla qualità dell’offerta deve- conclude - anche garantire servizi adeguati e una accoglienza che un eccesso di presenze non consente».

Centri storici che si svuotano di residenti dunque e questo è tema condominiale, in particolare in quei condomìni dove sono presenti residenti e strutture ricettive, non nascondendo che in città come Roma ci sono interi palazzi dove i residenti ormai non ci sono neppure più. Abbiamo perciò chiesto un quadro ai presidenti Anaci, Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari, per una fotografia città per città, a partire proprio dalla capitale dove la presidente Rossana De Angelis non nasconde di guardare con preoccupazione all’imminente giubileo. «È evidente che il centro storico di Roma si stia spopolando - ci dice - e in condominio si pongono in primis questioni di sicurezza per gli accessi incontrollati allo stabile da parte di sconosciuti, C’è anche un altro tema: la raccolta differenziata dei rifiuti, che spesso non viene rispettata dai turisti e che può comportare sanzioni ai condomìni, sanzioni a carico di tutti i condòmini anche di chi l’alloggio non lo adibisce a B&B».

Anche per Leonardo Caruso, presidente Anaci Milano, «c’è un tema che riguarda i servizi comuni da parte degli utilizzatori, ma il disagio va valutato tenendo conto anche di un altro fattore, un fattore positivo. A Milano, secondo una ricognizione di Anaci, il 70% del patrimonio immobiliare residenziale necessita di interventi di riqualificazione. In totale oltre 140mila edifici. Ricorrere alla formula dell’affitto breve può invogliare i proprietari a compiere quei lavori: i proprietari sanno che una casa ristrutturata e sicura aumenta di valore».

Completa il quadro Antonio Carofano, presidente Anaci Napoli, che ci tiene a precisare come le problematiche sui servizi gravino in ultima analisi sulle spalle dell’amministratore sottolineando che «ci sono sempre più portinerie trasformate in hall di hotel con relativo concierge (il portiere) che provvede al check-in e al check-out , rigorosamente durante l’orario di lavoro, completo di servizio deposito bagagli, utilizzando gli spazi comuni».

Sin qui gli amministratori dunque, mentre tuonano contro le imposizioni presenti e future le associazione dei proprietari di immobiliari, Confedilizia in testa, mentre al fianco dei ricorrenti avverso la delibera toscana c’è compatta Aigab, l’associazione nazionale dei gestori di affitti brevi perché, secondo il Presidente Celani, l’effetto della delibera Nardella «non sarà l’aumento del numero delle abitazioni disponibili per il 4+4 o per gli studenti ,ma lo spostamento del fenomeno nei comuni limitrofi».

Una convinzione suffragata dai dati del Centro studi Aigab: 35milioni è il numero complessivo delle case esistenti in Italia; 9,5milioni quello delle seconde case non utilizzate; 632mila il totale delle seconde case attualmente a reddito con affitti brevi per le quali esiste un annuncio online. Si tratta in sostanza, secondo Aiagab, dell’1,8% delle case esistenti in Italia e del 6,6% delle seconde case non utilizzate, collocate per lo più nelle località di campagna o di mare e nei borghi. Nelle grandi città circa il 15% degli immobili è vuoto.

«Se i sindaci, a partire da Firenze - è il ragionamento complessivo del presidente Aigab- vogliono il ripopolamento dei centri storici devono investire in asili nido, trasporto urbano e ogni tipo di sostegno alla natalità che consenta alle giovani coppie di fare figli ed essere in grado di crescerli anche nelle aree da sempre più care delle città».

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