Gestione Affitti

Soluzioni creative all’emergenza affitti

In attesa che i fondi del Pnrr aumentino l’offerta dei posti letto negli studentati, dagli enti per il diritto allo studio arrivano casi di assistenza diretta o indiretta ai fuori sede

Gli esperti del governo ritengono cruciale il ruolo del privato per aumentare l'offerta di alloggi ma le associazioni studentesche contestano la scelta

di Eugenio Bruno

L’emergenza alloggi universitari continua a occupare le pagine dei giornali e dei siti. Ma poiché, come abbiamo raccontato più volte su questo giornale, il problema viene da lontano e trova origine nelle debolezze storiche del nostro sistema di diritto allo studio è difficile immaginare una soluzione a breve termine. In attesa che il Pnrr e i 660 milioni per l’housing facciano il loro corso e riescano a portarci dai 40mila posti pre-riforma negli studentati ai 100mila individuati come target per metà 2026 (e di cui finora ne sono stati reperiti 8.581 ed effettivamente assegnati 7.524, ndr) - grazie anche al lavoro del tavolo tecnico avviato la settimana scorsa dalla ministra Anna Maria Bernini e al coinvolgimento dei privati che alcuni (il Governo e i suoi esperti) ritengono indispensabili e altri (le associazioni studentesche) invece contestano - un aiuto ad affrontare la crisi degli affitti può arrivare anche dalla condivisione delle buone pratiche sperimentate, con una buona dose di creatività, sul territorio.

Un aiuto a individuarle arriva dal presidente dell’Associazione nazionale organismi per il diritto allo studio (Andisu), Alessio Pontillo. È lui a indicarci tre esperienze che «hanno un effetto diretto o indiretto sulla possibilità per gli studenti universitari di individuare delle soluzioni di maggior confort per fruire dei percorsi d’ateneo. Quelle dirette - spiega - riguardano l’utilizzo di spazi per la residenzialità mentre quelle indirette agevolano gli studenti in altro modo nella frequenza dei corsi». Il primo caso - che Pontillo conosce in prima persona visto che è anche presidente di Disco Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio, ndr - riguarda il “bando contributi alloggio”. Ce lo riassume così: «Viene data agli studenti una fee che consente di ammortizzare i costi elevati di affitto che ci sono nella città di Roma e poter risiedere così vicino alle università». Stiamo parlando di 2.500 euro (che significano 250 euro al mese per dieci mesi) per gli studenti con Isee inferiore a 30mila euro che affittano una casa nel territorio di Roma capitale, che diventano 1.700 negli altri Comuni. «Visto che il costo medio di una stanza in affitto a Roma è di 500 euro lo studente che ottiene il contributo è chiamato a sostenere una spesa mensile di 250 euro, che è più o meno lo stesso costo che pagherebbe in una residenza universitaria». La misura è rivolta a chi ha un contratto d’affitto registrato e non è già percettore di una borsa di studio per fuori sede oppure assegnatario di un posto in una residenza. In sei anni sono stati liquidati, a tal fine, 12,2 milioni e ne hanno beneficiato in 8.734. «Proprio nei giorni scorsi - aggiunge - il presidente Rocca ha annunciato che anche quest’anno tutti gli idonei diventeranno vincitori. Stiamo parlando di circa 1.900 giovani».

Un altro esempio di aiuto diretto che sta funzionando arriva dall’Emilia Romagna. Si tratta di una misura sperimentale che l’ente regionale Ergo ha avviato con il Comune di Bologna. l’Acer e l’università Alma Mater. «L’Ergo - evidenzia Pontillo - ha ottenuto 14 spazi in cui possono alloggiare 23 studenti che vengono selezionati in base a criteri di reddito e di merito e dopo un colloquio conoscitivo e ottengono un posto alloggio attivando un percorso di volontariato insieme ai residenti del condominio». Volontariato che può essere aiuto agli anziani a svolgere pratiche amministrative, cura del verde, assistenza ai bambini o supporto alle persone senza fissa dimora. In cambio versano un canone di 220 euro comprensivo di utenze e servizi.

Spostiamoci in Campania dove l’Andisu ha scovato una terza buona pratica. «Oltre a un importante azione di aumento dei posti alloggio nelle residenze universitarie che per sua natura però richiede tempi lunghi la Campania - racconta Pontillo - ha deciso di pagare agli studenti l’abbonamento per l’uso del trasporto pubblico locale all’interno della Regione». A volte anche il pendolarismo può essere una soluzione per abbattere i costi. Sono previsti però alcuni paletti: l’abbonamento copre solo la tratta dal luogo di residenza dello studente alla sede universitaria, è limitato ai giorni feriali e scade il 31 luglio. Finora ne hanno beneficiato in 59mila tra universitari e studenti delle superiori perché l’aiuto vale anche per loro.

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