Un manifesto contro i graffiti vandalici a Milano: l’hanno siglato Assoedilizia e Coordinamento Comitati milanesi
Un fenomeno che dura da oltre 50 anni creando degrado e danni estetici, economici, ambientali e sociali dice Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia
Il convegno «Graffiti a Milano, tra vandalismo e Street Art», organizzato da Assoedilizia e dal Coordinamento Comitati Milanesi, non si è ridotto ad un momento di mere analisi o di riflessioni, ma in un manifesto propositivo e operativo rivolto ad istituzioni e cittadini per un impegno comune a tutela del decoro delle città. «Questo fenomeno dura da oltre 50 anni creando degrado e danni estetici, economici, ambientali e sociali – dice Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia – che sollecita una nuova particolare sinergica collaborazione tra Procura, Polizia Locale, Avvocatura del Comune di Milano».
«Un documento di principi, proposte, idee, per chiamare a raccolta più soggetti su un impegno comune sociale e civico - dicono all'unisono Fabiola Minoletti e Salvatore Crapanzano rispettivamente vicepresidente e presidente del Coordinamento Comitato Milanesi - che vuol essere di stimolo a chi si sente solo e impotente di fronte ad un fenomeno complesso, ma che è da affrontare in modo corretto, con un atteggiamento collaborativo su base educativa e collaborativa».
Il manifesto contro il degrado
Nel condividere questo “manifesto”, Assoedilizia e Coordinamento Comitati Milanesi si impegnano a sollecitare ogni forma di collaborazione fra i vari campi di forza della città che induca tutti a non accettare il degrado, in qualsiasi forma e sotto qualsiasi aspetto si produca. In particolare, il graffitismo vandalico crea degrado e danni estetici, economici e ambientali, aumenta la percezione d'insicurezza, aliena il cittadino dalla propria via e dal proprio quartiere, ne riduce il controllo spontaneo di tutela del decoro della città facilitando l'aggiunta di altri tipi di degrado.
La crescita del fenomeno del graffitismo vandalico in Italia (fenomeno che ha radici lontane, risalendo ad oltre quarant'anni fa), tra il 2010 e il 2011 fu facilitata dall'uso del web e dei social che fornì grande visibilità a costo zero mantenendo l'anonimato. Negli anni successivi una sinergica collaborazione tra Procura, Polizia Locale, Avvocatura del Comune di Milano, Atm e Forze dell'ordine, ne determinò un'evidente diminuzione; ma negli ultimi anni si osserva una certa recrudescenza del fenomeno, dovuta anche a minore attività di contenimento, ritardi dei processi e aumento dei casi di prescrizione.
È ora indispensabile valutare cosa fare per affrontare un fenomeno complesso (che in gran parte riguarda persone molto giovani che scelgono forme trasgressive per esprimere il proprio ego) per affrontarlo in modo corretto con un atteggiamento sociale su base educativa e collaborativa.
Il ruolo degli attori in campo
Su questo tema il Comune di Milano ha un ruolo centrale per molti motivi e deve porsi come fulcro di un'azione comune, promuovendo una serie di attività: essere d'esempio pulendo le sue proprietà, promuovere campagne per sensibilizzare e responsabilizzare la cittadinanza, puntare a maggiore collaborazione tra tutti i soggetti che possono avere un ruolo attivo nel contrastare il fenomeno.
La Procura, che a fronte di una notizia di reato procedibile d'ufficio come il 639 Codice penale comma 2, istituisce un procedimento penale, dà le direttive alla polizia giudiziaria per effettuare attività di accertamento, interrogatori, perquisizioni e infine portare a giudizio l'accusato.
Polizia Giudiziaria della Polizia Locale del Comune di Milano, che segue le direttive della Procura, accerta chi ha commesso il reato e porta in sede processuale tutti gli elementi probatori necessari a documentare i fatti.
Le Forze dell'Ordine, che possono far convergere tutti gli elementi acquisiti anche da Polizia e Carabinieri (foto dell'imbrattamento, sequestro di supporti informatici) alla Polizia Locale.
Avvocatura del Comune di Milano, che si costituisce parte civile nei procedimenti penali e agisce per il risarcimento del danno, anche di immagine, causato alla città, risarcimento in denaro spesso convertito e/o integrato in ore di lavoro socialmente utili.
Associazioni, Comitati di Quartiere, Cittadini, che possono aiutare con numerose iniziative virtuose sul territorio milanese
Le proposte
- Prendere atto che serve pulire con continuità, anche per evitare l'aggiunta di altri graffiti, e studiare cosa hanno fatto gli altri Paesi nel mondo e quali risultati hanno avuto.
- Facilitare gli interventi di rimozione delle scritte vandaliche, sensibilizzando e incentivando i proprietari degli immobili a pulire le proprie facciate, gli esercenti commerciali a pulire le proprie serrande, i proprietari di veicoli (Atm-Trenitalia-Trenord) e di manufatti vari (centraline elettriche, cassette postali ecc) a mantenerli puliti, favorendo campagne per contratti di pulitura con aziende specializzate.
- Individuare e prescrivere per le nuove costruzioni materiali più facili da pulire e più difficili da vandalizzare.
- Sviluppare programmi di sensibilizzazione, educazione e informazione nelle scuole sulle motivazioni e sulle implicazioni del graffitismo, per sensibilizzare genitori e educatori.
- Attività di deterrenza - potenziare l'azione investigativa, raccogliendo gli elementi probatori utili in sede processuale, creando una banca dati nazionale dei writer presi in flagranza di reato (dato il turismo vandalico), istituendo un'apposita email del Comune dove chiunque possa segnalare un imbrattamento, aiutando tutti a costituirsi parte civile nei procedimenti, attivandosi a richiedere al legislatore un ampliamento delle sanzioni dell'articolo 639 Codice penale «deturpamento e imbrattamento di cose altrui».
- Improntare ogni azione a finalità pedagogiche e sociali e non meramente repressive o punitive.
- Facilitare gli interventi di street Art e stimolare gli street artist a prendersi cura delle loro opere qualora venissero imbrattate