Il mancato uso di una cisterna interrata fa venire meno il diritto di servitù solo se dura più di venti anni
L'onere della prova incombe sulla parte che esercita l'azione negatoria della servitù
Per considerare una servitù non apparente come estinta non basta il non uso: è necessario che l'avente diritto ometta l'utilizzo del bene per un periodo superiore a venti anni e l'onere della prova sul punto incombe alla parte che esercita l'azione negatoria della servitù. Questo il principio sottolineato dalla sentenza Cassazione civile sezione sesta, 2 febbraio 2021 numero 2311.
La vicenda
Il caso, in particolare, vedeva opposti due proprietari.L'attore, in particolare, aveva una cisterna – una volta utilizzata per rifornire d'acqua la propria abitazione – interrata sotto il cortile della convenuta vicina di casa.Dopo un periodo di non utilizzo del bene, il proprietario aveva deciso di effettuare una sostituzione del manufatto e riprendere l'utilizzo della cisterna.Secondo la parte convenuta, tuttavia, il proprietario non avrebbe avuto alcun diritto sulla cisterna, dato che il mancato utilizzo della stessa avrebbe comportato l'estinzione della relativa servitù.Il Tribunale prima, e la Corte d'appello in seguito, sposavano questa interpretazione e rigettavano la domanda attorea.
Il ricorso alla Suprema corte
La vicenda approdava quindi in Cassazione, a seguito del ricorso della parte soccombente.L'impugnazione, in particolare, era basata sul seguente motivo di diritto: secondo la parte ricorrente la Corte d'appello avrebbe errato nella propria sentenza nella misura in cui aveva erroneamente considerato cessato il proprio diritto di servitù sulla proprietà del vicino, sulla base del mancato utilizzo della cisterna per svariati anni.Il mancato utilizzo avrebbe comportato il venire meno della utilità del proprietario sul fondo del vicino.Con la sentenza in commento la Suprema corte accoglieva il ricorso sopra prospettato.
A dire della Cassazione, infatti, la Corte d'appello avrebbe errato nel valutare le circostanze di causa.Per gli ermellini, infatti, il ragionamento della Corte avrebbe dovuto principiare dalla verifica della sussistenza del diritto di servitù o meno.In seguito, quindi, la Corte avrebbe dovuto valutare se questo si era estinto per il mancato utilizzo della cisterna da parte del proprietario e solo infine avrebbe potuto emettere la sentenza.La sentenza della Corte, invece, aveva solo comportato una valutazione generica sul mancato utilizzo della cisterna per un periodo e decretato così una ingiusta e illegittima estinzione del diritto di servitù.
Conclusioni
Sottolineava, quindi, la Cassazione come una servitù non apparente come quella in atti possa estinguersi soltanto se il non uso si protrae per un periodo superiore a venti anni (si veda articolo 1073 del Codice civile).La temporanea sospensione dell'utilizzo, per un periodo inferiore a venti anni, non ha alcun effetto sull'esercizio del diritto di servitù.Alla luce di tale errore nella valutazione della Corte d'appello, quindi, la Cassazione annullava la sentenza impugnata e rinviava il giudizio al giudice di merito per una nuova valutazione.
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di Luca Savi - coordinatore scientifico Unai Bergamo