Le regole oggettive del decoro architettonico
Può ritenersi pregiudicato da interventi che modificano la linea armonica delle strutture che conferiscono al fabbricato una propria identità
Il giudice di merito può prendere le distanze dalle conclusioni del proprio ausiliario, il Consulente tecnico d'ufficio (Ctu), anzi deve se non li condivide, specie in tema di decoro architettonico di un fabbricato condominiale. Lo dice la Cassazione con la ordinanza 7293 del 16 marzo 2021. Il brocardo latino con cui viene spiegato l'assunto è quello che dice che «il giudice è perito del perito». Per disattendere le argomentazioni del Ctu occorre però argomentare le ragioni, e, in un tema delicato come il decoro architettonico, impregnato di soggettività e da apparente relativismo, il compito è anche più arduo.
Definizione di decoro
Il decoro architettonico del fabbricato può definirsi come l'insieme armonico delle linee architettoniche e delle strutture ornamentali.Il decoro architettonico è, quindi, l'estetica complessiva data dall'insieme delle linee e strutture ornamentali che conferisce una armoniosa fisionomia ed un'unica impronta all'aspetto dell'edificio (Cassazione civile, sezione II, 25 gennaio 2010, numero 1286).L'alterazione di tale decoro può ben correlarsi alla realizzazione di opere che immutino l'originario aspetto anche soltanto di singoli elementi o punti del fabbricato tutte le volte che la immutazione sia suscettibile di riflettersi sull'insieme dell'aspetto dello stabile.
La tipologia di danno
Il decoro architettonico può ritenersi pregiudicato non da qualsiasi innovazione, ma soltanto da quella idonea ad interromperne la linea armonica delle strutture che conferiscono al fabbricato una propria identità (Cassazione civile, sentenza 22 novembre 2011, numero 24645). Ora, in punto, il giudice di legittimità – dando per buono il ragionamento del giudice di merito - riferisce che l'obiettivo che viene prefissato dalla normativa sul tema del decoro architettonico è quello di preservare l'originaria estetica del prospetto, a prescindere dalla validità estetica delle modifiche apportate.
In altri termini, ogni modifica delle linee estetiche del fabbricato che concorrono ad attribuirgli una specifica identità rappresenta un'alterazione dell'identità architettonica, e, in quanto tale, è sempre censurabile.Risulta, dunque, superabile il rilievo di un Ctu che afferma il contrario, apprezzando le modifiche apportate alla facciata e ritenendole “soggettivamente” decorose.