ApprofondimentoRecupero e ristrutturazione

Organizzazione del cantiere e il progetto di cantiere: verso il Project Management

di Oliviero Tronconi – Politecnico di milano

N. 1196

consulente-immobiliare

Caratteristiche e problematiche organizzative del cantiere

Il cantiere costituisce una organizzazione complessa che vede la compresenza di attività intense ed estremamente diversificate e perciò richiede metodologie e strumenti per essere governato in funzione della ottimizzazione delle risorse impiegate per perseguire gli obiettivi prefissati.

Nel breve volgere di alcuni decenni si è passati da cantieri basati su materiali tradizionali, lavorazioni umide, lunghi tempi di esecuzione a cantieri basati su materiali e tecnologie costruttive innovative, lavorazioni...

  • [1] "La meccanizzazione come è stata vagheggiata e messa in pratica nella nostra epoca è il risultato finale di una posizione mentale razionalistica. La meccanizzazione di un processo produttivo si basa sulla scomposizione di un lavoro nei suoi gesti parziali. Questo criterio non è cambiato da quando Adam Smith nel 1776 determinò il principio della meccanizzazione in un celebre passo della sua "Ricchezza delle nazioni" con questi termini: "The invention of all machines by whic labor is so much facilitated and abridged seem toh ave been originally owing to the division of labor" (L'invenzione delle macchine per mezzo delle quali il lavoro risulta tanto facilitato ed abbreviato sembra esser dovuta in origine alla divisione del lavoro). A ciò si aggiunge il fatto che nel caso di oggetti complicati, come ad esempio un'automobile, bisogna preoccuparsi non soltanto della scomposizione, ma anche della ricomposizione. Nel rinascimento la comprensione razionale dei fenomeni emerge in primo piano. Complessi fenomeni, come il moto dei corpi, vengono scomposti nei loro elementi e riuniti di nuovo in una risultante (parallelogramma delle forze). Questo principio della composizione e della ricomposizione si dilata in maniera esorbitante nel diciannovesimo e ventesimo secolo, finché l'intera fabbrica si trasforma in un organismo unitario nel quale, quasi automaticamente, sono effettuate scomposizioni e ricomposizioni. Nella seconda metà del sedicesimo secolo, si fanno sempre più numerosi, specialmente in Italia, i libri tecnici. Essi hanno un indirizzo pratico e contengono proposte dei modi più diversi per alleggerire il lavoro o per sostituire ad esso l'energia meccanica. Viti d'Archimede, ruote idrauliche, impianti di pompe, ruote dentate, sono studiate attentamente. Però tali studi non superano in nessun punto la conoscenza dell'epoca ellenistica. Nel complesso sono anzi più primitivi. Sono semplici tentativi di sillabare nell'ambito della meccanizzazione. Ma ciò che veduto da un'epoca successiva risulta ancor più appariscente è il fatto che non si dà affatto inizio alla produzione meccanizzata che, d'altronde, non poteva neppure essere presa in considerazione al tempo delle corporazioni. Però non furono soltanto le istituzioni sociali, come le corporazioni, ad impedire la meccanizzazione della produzione. Anche gli ordinamenti sociali cadono, appena si è mutata la concezione intellettuale. Le corporazioni cessano di esistere appena la concezione razionale del mondo s'impone nel diciottesimo secolo e si trasforma sempre più in una visione puramente utilitaristica. E' scoccata l'ora storica per la meccanizzazione della produzione. Giedion S., L'era della meccanizzazione, Feltrinelli editore, Milano, 1967.