Nel pieno di una crisi abitativa che attraversa quasi tutti i contesti metropolitani europei, l'Italia e l'Unione Europea propongono due iniziative parallele e complementari per promuovere l'accesso alla casa. Il Piano Casa nazionale punta alla riforma del quadro normativo e al riordino del social housing, mentre quello europeo – sostenuto dalla BEI – mobilita risorse ingenti per incrementare l'offerta abitativa e promuovere l'efficienza energetica.
Le due iniziative, pur essendo distinte, si prestano a una potenziale integrazione sinergica, specie se orientate verso una visione sistemica delle politiche abitative. Analizziamole singolarmente.
Il Piano Casa Italia
Il Piano Casa Italia si configura come un intervento strategico multilivello, finalizzato a:
- colmare il deficit abitativo nazionale;
- semplificare il quadro normativo in materia edilizia;
- favorire la riorganizzazione dell'intervento pubblico nel settore dell'housing sociale.
Tra le priorità evidenziate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) vi sono:
- l'attivazione di nuovi strumenti di finanziamento per l'affordable housing;
- la definizione di standard edilizi flessibili integrati nel tessuto urbano;
- e il riordino delle competenze in materia di edilizia residenziale pubblica.
Il Piano sarà sostenuto da una dotazione iniziale di 660 milioni di euro, articolata in due fasi (progetti pilota 2027–2028, implementazione 2028–2030), cui si aggiungono le risorse PNRR non utilizzate nei programmi PINQUA, stimati tra 300 e 400 milioni di euro.
I destinatari prioritari dell'intervento sono le famiglie...