Condominio

Rischio incendio: il condominio può accedere agli atti successivi alla sua diffida

<b/>Senza accesso ai documenti richiesti a scopo difensivo non gli sarebbe possibile individuare una corretta linea difensiva

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di Agostino Sola


La sentenza 952 del 19 gennaio 2023 resa dalla sezione II del Tar Lazio, sede di Roma, ha chiarito la posizione del condominio nel caso in cui abbia sollecitato l'adozione delle misure di prevenzione del rischio incendio nei confronti del fondo confinante che versa in stato di abbandono.

Il caso

Un condominio confinava con un fondo in stato di abbandono, caratterizzato da erba alta e rovi e, in estate, fonte di elevato pericolo di incendi. L'ente di gestione, dunque, sollecitava tanto il privato proprietario dell'area quanto, successivamente, gli enti pubblici preposti al fine di adottare i provvedimenti ritenuti opportuni per la messa in sicurezza dell'area.Nessuna delle Amministrazioni intimate dava seguito all'istanza-diffida del condominio. Quest’ultimo, allora, chiedeva di aver accesso agli atti adottati dalle Amministrazioni intimate successivamente alla precedente istanza-diffida.Non avendo ricevuto risposta, promuoveva ricorso innanzi al Tar Lazio, sede di Roma, per ottenere la condanna delle Amministrazioni intimate all'ostensione dei documenti richiesti.

La posizione del condominio legittimante l'accesso agli atti

Muovendo dalle contestazioni di Roma Capitale e della Regione, il Tar si è soffermato sulla legittimazione del condominio ad ottenere l'accesso ai documenti richiesti. Il diritto di accesso agli atti richiede il riconoscimento della titolarità di un «interesse diretto, concreto e attuale» legittimato da una «situazione giuridicamente tutelata e collegata» in capo al richiedente. In questo senso, il Tar ha valorizzato la posizione di vicinitas del condominio che, essendo direttamente confinante con l'area in oggetto, in caso di incendio potrebbe subire gravi effetti pregiudizievoli dell'incuria dei proprietari del terreno. Conoscere gli esiti procedimentali conseguenti alla segnalazione del condominio, infatti, è stato ritenuto necessario per tutelare il ricorrente dalla situazione di pericolo connessa.

L'accesso è autonomo rispetto all'instaurazione di altro giudizio

Interessante anche osservare come il Tar Lazio abbia chiarito l'autonomia della posizione difensiva sostenuta dal condominio a tutela della propria incolumità.L'autonomia dell'accesso, infatti, è tale da non presupporre necessariamente l'instaurazione o la pendenza in concreto di un giudizio. Ciò si deve al fatto che, senza accesso ai documenti richiesti a scopo difensivo, non è possibile individuare una corretta linea difensiva che, peraltro, non deve necessariamente condurre ad un contenzioso.

Il ruolo della Regione in materia di incendi

Le difese della Regione si erano concentrate sulla propria carenza di legittimazione passiva in quanto sprovvista di competenze dirette (e, per questo, non era stato avviato alcun procedimento).Tale impostazione, tuttavia, è stata sconfessata dal Tar Lazio. È stato valorizzato, in questo senso, il ruolo dell'Agenzia regionale di Protezione Civile che aveva sollecitato i Comuni della Regione ad adottare tutte le misure di prevenzione nell'ambito della prevenzione degli incendi boschivi per la (torrida) stagione estiva 2022. La richiesta di accesso agli atti presentata, dunque, interessava anche la Regione nella misura in cui gli atti richiesti, ove emanati, rappresentavano un adempimento alle impartite prescrizioni regionali.

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