Il muro di altezza irregolare è comune fino al punto in cui uno dei due edifici comincia ad essere più alto
Non può ritenersi che la presunzione di comunione del muro operi anche per la parte più alta del muro del fabbricato
Il muro che divide gli edifici si presume comune fino alla sommità e, in caso di altezze ineguali, fino al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto. Lo precisa la Corte di appello di Bari con sentenza numero 69 del 13 gennaio 2022.
Il caso
Apre la controversia, il proprietario di un immobile che decide di citare la coppia comproprietaria di quello adiacente. L'accusa? Il fatto che, sulla facciata laterale della loro unità ed in particolare nella parte di muro comune con la propria, avessero aperto una luce senza acquisire il suo consenso. E la luce, aggiunge, era stata realizzata ad una distanza inferiore rispetto alle prescrizioni normative, mancava un'inferriata a protezione ed il davanzale si estendeva oltre il perimetro del muro esterno. Irregolarità, non risolte nonostante gli inviti rivolti ai coniugi, che lo avevano indotto a chiedere l'ispezione dell'urbanistica del Comune i cui vertici, però, non disponevano il ripristino dei luoghi trattandosi d'interessi di natura esclusivamente privata.
Le decisioni di merito
Adiva, così, l'intervento del Tribunale che in accoglimento della domanda ordinava il ripristino. Pronuncia appellata dai consorti ma confermata dalla Corte territoriale che boccia l'impugnazione. Il giudice di primo grado, spiega, aveva fatto una corretta applicazione di principi assolutamente consolidati e comunque non smentiti né in dottrina né in giurisprudenza. Dalla documentazione fotografica acquisita, e confortata dalla consulenza tecnica d'ufficio, era infatti emerso che l'apertura lucifera insisteva su una porzione di parete da ritenersi ancora in comune tra i due corpi di fabbrica visto l'articolo 880 del Codice civile per cui il muro che serve di divisione tra edifici si presume comune fino alla sua sommità e, in caso di altezze ineguali, fino al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto.
Come individuare il punto comune del muro irregolare
In altri termini, quell'apertura non era classificabile come luce regolare e, per oggettivi limiti strutturali legati alla distanza tra le costruzioni, neppure poteva rendersi regolare. I limiti di operatività della presunta comunione, del resto, sono fissati dalla norma con riferimento «al punto in cui uno degli edifici comincia ad essere più alto». Inciso in più occasioni spiegato dalla Cassazione per la quale la presunzione di comunione del muro che serve da divisione tra edifici si estende in senso orizzontale anche sulla porzione di muro che costituisce una prosecuzione della parte comune di muro, mentre non può ritenersi che la presunzione di comunione del muro operi anche per la parte più alta del muro del fabbricato.
L'onere probatorio a carico dell'appellato, inoltre, era stato da questi assolto mediante le prodotte riproduzioni fotografiche che mostravano l'esatta collocazione delle innovazioni, la mancanza d'inferriata e la fuoriuscita del davanzale dal profilo esterno del muro. Rilievo che, in uno con il contesto complessivo della situazione portata a processo, non poteva che guidare la Corte di appello di Bari a confermare la sentenza del Tribunale.
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