Impianti divenuti individuali non richiedono riparto spese
di Pierantonio Lisi
La domanda
In un condominio di tre appartamenti, i proprietari si rendono indipendenti dal riscaldamento centralizzato in modi diversi. Quello dell'ultimo piano, con il consenso degli altri, installa una caldaia nella propria veranda, fa passare le tubature attraverso la soffitta e le collega ai termosifoni. Dopo 15 anni, gli altri due proprietari decidono di rendersi a loro volta indipendenti, accordandosi tra di loro, senza interpellare il proprietario dell'ultimo piano. Il condomino del secondo piano installa una pompa di calore ed elimina i radiatori. Quello del primo piano demolisce la caldaia condominiale, colloca la propria nel vano condominiale e la collega al camino e alle tubature del vecchio impianto centralizzato. Trascorso un anno da questi interventi, si verificano delle rotture nelle vecchie colonne dove circola l'acqua che riscalda il solo appartamento al primo piano. È possibile sostenere che attualmente esiste ancora un impianto condominiale e che, quindi, le spese per le riparazioni devono essere imputate al condominio? Il proprietario del primo piano può pretendere dagli altri due di contribuire in parti uguali all'installazione di nuove tubature attraverso i garage, per eliminare ogni collegamento alle vecchie tubature?
L'Esperto Risponde da Il Sole 24 ore di lunedì 5 giugno Considerata la ricostruzione dei fatti esposta dal lettore, non sembra che si possa sostenere che esista ancora, nei fatti, un impianto di riscaldamento condominiale. Il proprietario del primo piano ha realizzato un impianto di riscaldamento individuale, servendosi di parti comuni non più utilizzate secondo la loro originaria destinazione, con l’installazione di una propria centrale termica nel vano condominiale che ospitava quella comune, ...